Francia: vescovi contro il disegno di legge per rendere l’aborto un diritto costituzionale

Una dichiarazione dei vescovi francesi, riuniti in questi giorni a Lourdes per la loro assemblea plenaria, torna sull’annuncio fatto il 29 ottobre dal presidente Macron di voler avviare un processo per inserire nella Costituzione il diritto di aborto. “Vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per ciò che significherebbe”, dicono i vescovi che ribadiscono: “Ogni vita è un dono a questo mondo, un dono fragile e prezioso, infinitamente degno di essere accolto e servito dal suo inizio fino alla sua fine naturale”. I vescovi parlano di un “triste primato” francese nell’Ue riferendosi ai dati del 2022: 723.000 nascite e oltre 234.000 aborti. “Questa drammatica realtà”, scrivono, “va oltre la semplice questione dei diritti delle donne. Non è progresso”, bensì “un segno del fallimento nell’educazione, nell’accompagnamento e nel sostegno sociale, economico e umano di coloro che ne hanno bisogno”, è un segnale di preoccupazione per un “prevedibile calo della popolazione”. Scrivono poi che “il vero progresso sta nella mobilitazione di tutti, credenti e non credenti, affinché l’accoglienza della vita sia meglio aiutata e sostenuta”. Secondo i vescovi è indispensabile promuovere e garantire meglio i diritti delle donne: reale parità retributiva, tutela contro la violenza, sostegno sociale al ruolo delle donne, soprattutto le madri sole, nell’educazione dei figli. E domandano: “È legittimo mettere l’aborto sullo stesso piano di questi diritti fondamentali?”. Ciò significherebbe “danneggiare il loro intero equilibrio”. E concludono con un ringraziamento a quanti “si mobilitano per ascoltare, accompagnare, sostenere, consolare senza mai giudicare”, e a tutti gli eletti che avranno il coraggio – attraverso il loro voto e il loro impegno – di far avanzare la cultura della vita”.

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