Papa Francesco: udienza, “la preghiera vera è familiarità con Dio, non è recitare preghiere come un pappagallo”

foto SIR/Marco Calvarese

“La preghiera vera è familiarità e confidenza con Dio, non è recitare preghiere come un pappagallo”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che in piazza San Pietro ha ripreso il ciclo di catechesi sul discernimento, che “è molto importante per sapere re cosa succede dentro di noi: sentimenti, idee, dobbiamo discernere da dove vengono, dove mi portano, a quale decisione. E oggi ci soffermiamo sul primo dei suoi elementi costitutivi, che è la preghiera. Per discernere ci vuole stare in uno stato di preghiera”. La preghiera, ha spiegato Francesco, “è un aiuto indispensabile per il discernimento spirituale, soprattutto quando coinvolge gli affetti, consentendo di rivolgerci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un amico. È saper andare oltre i pensieri, entrare in intimità con il Signore, con una spontaneità affettuosa”. “Il segreto della vita dei santi è la familiarità e confidenza con Dio, che cresce in loro e rende sempre più facile riconoscere quello che a lui è gradito”, ha ricordato il Papa: “la vera preghiera è familiarità, è affetto con il Signore. Questa familiarità vince la paura o il dubbio che la sua volontà non sia per il nostro bene, una tentazione che a volte attraversa i nostri pensieri e rende il cuore inquieto e incerto o amaro, pure”.

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