Messico: gesuiti a un mese da uccisione di due confratelli, “continuiamo a chiedere giustizia”. Rapinato il vescovo di Aután

“Un mese dopo il doloroso assassinio dei nostri fratelli Javier Campos e Joaquín Mora e di due laici a Cerocahui, in Chihuahua, la Compagnia di Gesù del Messico continua a chiedere giustizia. Siamo convinti che se prevale l’impunità – come è avvenuto finora – non sarà possibile avanzare verso la riconciliazione e la pace”. Lo scrivono, in una nota, i gesuiti del Messico, ricordando i confratelli assassinati in chiesa.
“Durante questo mese abbiamo detto alle autorità dei diversi livelli di Governo che è una priorità per la Compagnia di Gesù garantire i diritti delle comunità Rarámuri. L’attenzione che questo deprecabile evento, che ha scosso il Paese, ha generato nella regione non può essere episodica: le cause strutturali della violenza nella Sierra, che prevalgono da decenni, devono essere affrontate e risolte”.
Proseguono i gesuiti: “Data l’assenza degli organi statali (del Chihuahua, ndr), è essenziale che le forze federali continuino a essere temporaneamente presenti, con gli opportuni protocolli, per interagire con le culture indigene e garantire il pieno rispetto dei diritti umani, fino a quando non saranno ricostruite le condizioni di pace nelle comunità di Tarahumara”.
Conclude la nota: “L’uccisione prematura dei nostri fratelli gesuiti ci ricorda l’esperienza di tante vittime di violenza, che continuano ad aspettare giustizia e verità nel nostro Messico sofferente. Ricordiamo le famiglie degli scomparsi, le vittime del femminicidio, i migranti che non sono tornati a casa, i giornalisti che hanno perso la vita svolgendo il proprio lavoro, le persone sfollate dalla violenza, i tanti e tanti che – come noi – anche loro aspettano per una giustizia che non arriva”.
Proseguono, intanto, in Messico, episodi di violenza contro rappresentanti della Chiesa. L’ultimo riguarda il vescovo di Aután, mons. Rafael Sandoval, che è stato rapinato mentre era in viaggio, subendo il furto dell’automobile, della croce pettorale, dell’anello e del proprio cellulare.

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