Diocesi: Ravenna, il 23 luglio in cattedrale l’arcivescovo Ghizzoni presiede la messa per sant’Apollinare

La diocesi di Ravenna si prepara a celebrare la festa di sant’Apollinare, patrono della diocesi e di tutta la Regione Emilia-Romagna. La tradizionale messa solenne sarà celebrata dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, il 23 luglio alle 10.30, in cattedrale. Sarà il momento principale delle celebrazioni per il patrono al quale, oltre al clero e ai fedeli, sono state invitate anche le autorità civili e i vescovi e gli arcivescovi di tutta la regione. La messa del patrono sarà trasmessa in diretta da Teleromagna sul canale 14 e anche sulle frequenze di Ravegnana Radio Inblu (94 mhz).
Domani sera, alla vigilia della ricorrenza liturgica, alle 18.30 nella basilica di Classe sono in programma i primi vespri della solennità e alle 20.45 la veglia di Sant’Apollinare che avrà, tra le sue intenzioni di preghiera, la pace nel mondo e in Ucraina. La sera del 23 luglio, come da tradizione, nella basilica di Classe alle 18 saranno celebrati i secondi vespri e a seguire la messa presieduta dall’arcivescovo.
Sant’Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna. Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, tra II e III sec., per morire infine martire, come afferma San Pietro Crisologo. La basilica di Sant’Apollinare in Classe è luogo privilegiato nel tramandarne la memoria. Il suo culto si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania (Dusseldorf e Remagen) probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. A Bologna il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale cattedrale cittadina. In quasi tutte le regioni italiane, compresa la Sardegna, ci sono chiese a lui dedicate. Sant’Apollinare è il patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera Regione Emilia-Romagna.

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