Povertà: Gruppo Abele e Abit, “nel 2021 distribuiti 10.400 pacchi alimentari a più di 100 famiglie”

Il camion frigorifero con il logo di Abit arriva la mattina di buon’ora. Parcheggia appena fuori dall’ingresso della sede del Gruppo Abele, in corso Trapani, a Torino. Scendono un paio di uomini vestiti di rosso, aprono il portellone posteriore e per qualche minuto scaricano pacchi su pacchi, cartoni pieni di latte, yogurt, budino, panna da cucina, besciamella. Molti prodotti che fino al 2018, quando dalla collaborazione Abit-Trevalli/Gruppo Abele è nato il progetto “Abbraccia una mamma”, tante famiglie non avevano mai avuto modo di integrare nella propria dieta.
“Nel 2021 – ricorda in una nota diffusa oggi dal Gruppo Abele -, sono stati 10.400 i pacchi alimentari (2 a settimana, senza interruzioni) distribuiti a più di 100 nuclei familiari in condizione, oppure a rischio, di povertà assoluta, che sono accolti o che rientrano nei progetti del Gruppo Abele. Numero a cui si aggiungono i 4.400 distribuiti nei primi 5 mesi di quest’anno. Distribuzione quanto mai determinante per l’economia di numerose famiglie che, con il Covid, hanno visto sgretolarsi ogni certezza e ancora adesso, a oltre due anni dallo scoppio della pandemia, si trovano a fare i conti con le ristrettezze causate dalla mancanza di lavoro”.
Famiglie, evidenzia il Gruppo Abele, “come quella del piccolo Husam che, racconta sorridendo sua madre Asma, la prima volta che ha mangiato un budino ha passato ore a saltare per casa, esaltato per la novità. Famiglie monogenitoriali come quella di Stefano che, insieme alla sua mamma, prova a ricostruire una vita segnata da trascorsi di conflitti domestici”.
Storie “apparentemente minime che però raccontano la necessità di lottare, anche con gesti non risolutivi ma comunque importanti, per l’affermazione di un diritto ancora molto lontano da realizzarsi: quello a una buona alimentazione per tutte e tutti”.
Grazie al progetto “Abbraccia una mamma”, “l’80% delle famiglie ha cambiato le proprie abitudini alimentari, per esempio scoprendo l’importanza di una prima colazione energetica (sono molti i nuclei familiari in cui le condizioni economiche obbligano a rinunciare a qualche pasto nel corso della giornata), o di introdurre prodotti freschi nelle proprie diete quotidiane”.
“Abbraccia una mamma” vuole essere “un modo per ribadire che un’alimentazione di qualità non può essere un privilegio di pochi, ma un diritto da confermare ed estendere”.
L’intento, espresso dal presidente Trevalli Cooperlat Paolo Fabiani, “è quello, per quanto possibile, di dare senso ai rapporti sociali che si instaurano tra realtà pur diverse sul territorio, ma che ambiscono entrambe alla cura e al benessere di una comunità. Adoperarsi quindi per abbracciare in modo sempre più convinto e consapevole le mille fragilità di una comunità è un obiettivo che cerchiamo di portare avanti, creando proficue collaborazioni per il bene comune”.

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