Funerali Christian Satriani: mons. Savino, “il silenzio di Dio è solo il preludio della salvezza, l’ancoraggio alla fede è un desiderio di speranza e consolazione”

“Tu non smettere mai di far vibrare le corde di quella tua racchetta, non smettere mai di pregare per quelli che sono qui, ora, in pena per la tua partenza nel Regno dell’Altissimo. Io ti custodisco e ti accompagno, per sempre, nella preghiera”. Così il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savini, dinanzi a migliaia di cittadini e al sindaco Mimmo Lo Polito presenti dentro e fuori la parrocchia dei Sacri Cuori, a Castrovillari, ai funerali di Christian Satriani, 20 anni, perito sabato notte in un incidente stradale nei paraggi del camposanto di Francavilla Marittima, mentre a bordo di una Renault Captur stava facendo ritorno a casa. Palloncini bianchi, racchette da tennis, lacrime agli occhi e morte nel cuore. E il pensiero all’Annunziata di Cosenza dove sta combattendo per sopravvivere alla ventenne sottoposta ad un delicato intervento chirurgico e ancora in prognosi riservata, che viaggiava al fianco del suo fidanzatino coetaneo che invece non ha subìto danni importanti. “Caro Christian – ha detto mons. Savino -, sapessi quale profondo dolore mi attraversa mentre ti scrivo e penso ai tuoi vent’anni strappati alla vita in questa primavera così insolita che, oggi, si incupisce con la tua perdita”. “Non ti ho conosciuto forse mai di persona- ha aggiunto il presule – e di questo mi rammarico perché a sentire il bene ed il buono che di te si dice, ho perso occasione di incrociare degli occhi belli, degli occhi che donavano amore, che donavano gioia. Al tie-break con la vita non hai perso Christian, tu che eri un campione nel tennis lo sai bene. Non hai perso perché ti sei lasciato accogliere da Gesù con l’umiltà e la gentilezza che ti hanno reso un campione anche fuori dai campi di gioco. So bene quanto avresti desiderato fermare il tempo un istante prima, congelarlo per sempre, per conservare l’eterno splendore della tua età e lo avresti fatto respirando ancora, a pieni polmoni, questa beffarda primavera che tradotta nei tuoi anni è già estate”. Rivolgendosi ai familiari del ragazzo, mons. Savino ha proseguito: “Vorrei dire loro di custodire il mistero della tua morte per custodire la verità della tua vita che è stata un abbandonarsi alle braccia di Dio. Vorrei dir loro di non cadere nella tentazione di credere ad un Dio del silenzio, ad un Dio che tace di fronte ai grandi interrogativi, lasciandoci inascoltati e soli. Il silenzio di Dio è solo il preludio della salvezza, l’ancoraggio alla fede è un desiderio, che sempre si rinnova, di speranza e consolazione. Gesù, il figlio amato, quando anche ha detto al Padre suo: ‘Perché mi hai abbandonato?’, supportato dalla fede e morente su una croce, ha saputo dar senso a quel silenzio, adagiandosi con fiducia all’abbraccio di Dio, suo Padre. Non potrò mai essere indifferente al dolore di quanti ti hanno amato ma so che il tuo vivere, così pieno di senso, darà loro il coraggio di farti rinascere, attraverso quella potentissima forma di incontro che è il ricordo e che è la preghiera”.

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