Supplica a Madonna Pompei: mons. Caputo, “l’impegno a favore ultimi nel nostro Dna. Intensificato impegno per preghiera pace e aiuti per profughi ucraini”

“Papa Francesco ci sta insegnando che la sinodalità, il camminare insieme, è una vocazione fondamentale per la Chiesa e deve rendere tutti noi – sacerdoti, religiosi e laici – protagonisti della vita di fede per fare della Chiesa tutta una comunità evangelizzatrice”. Lo ha sottolineato, ieri, mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, nel saluto al card. Mario Grech, che ha presieduto la messa e la supplica alla Madonna di Pompei.
“Anche qui a Pompei ci siamo incamminati, come santuario, come parrocchie, come associazioni e come opere di carità in questo percorso, avendo come modello la nostra Madre celeste, donna sinodale per eccellenza”, ha aggiunto il presule, invitando il card. Grech a dire “al Papa che gli vogliamo bene e sosteniamo il suo ministero di Pastore della Chiesa universale e di luce per il mondo intero”.
Mons. Caputo ha, quindi, ricordato: “Nel 1901, all’inizio del cosiddetto secolo breve, nel quale l’umanità ha vissuto tante tragedie, il fondatore di Pompei, il beato Bartolo Longo, volle dedicare alla pace la magnifica facciata del santuario, davanti alla quale stiamo celebrando. Fin dallo scorso 24 febbraio, seguendo gli accorati appelli di Papa Francesco, abbiamo intensificato il nostro impegno di preghiera per la pace, con celebrazioni, veglie, momenti di riflessioni e accoglienza morale e materiale dei profughi ucraini”.
Il presule ha specificato: “L’impegno a favore degli ultimi e dei più deboli è nel Dna di questo santuario, accanto al quale sorgono come una corona di rose, da oltre 130 anni, opere sociali per l’accoglienza di minori e adulti in difficoltà. Molti di loro, assieme agli operatori di queste strutture: religiosi, religiose, laici e famiglie, sono qui in piazza per rendere grazie al Signore Gesù e alla Madre”.

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