Ucraina: mons. Mosciatti (Imola), “il desiderio di pace è fragile se non diventa una responsabilità nel quotidiano, per ciascuno di noi”

“Il conflitto che insanguina il cuore dell’Europa ci chiede una grande attenzione, perché per molto tempo subiremo le conseguenze di questa tragica vicenda bellica. Siamo con il Papa e con tutti coloro che si stanno prodigando per fermare l’orrore di questa guerra. Siamo con il Papa, che difende e proclama la pace. Ma quanto è fragile il desiderio della pace, se tale desiderio non diventa un compito, una responsabilità nel quotidiano, per ciascuno di noi”. Lo ha affermato il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, nel saluto per l’ingresso della Madonna del Piratello in cattedrale avvenuto ieri sera.
“Nell’ora dell’angoscia e del tormento, dell’incertezza per la sorte dei nostri fratelli ucraini, desideriamo rinnovare la preghiera di Consacrazione richiesta dal Papa a tutta la Chiesa”, ha proseguito il presule: “Per l’intercessione della Vergine Maria, la ‘fontana vivace’ di speranza, questo dolore ci riporti a Dio, ci cambi, ci faccia ‘vedere’ che la riconciliazione e il perdono ci sono necessari come il pane, come l’aria”.
Il vescovo ha poi ricordato che quest’anno “abbiamo la grazia di vivere il Giubileo per i 750 anni della dedicazione della basilica-cattedrale di Imola, dedicata a Dio onnipotente, in onore di San Cassiano martire”. “È una occasione straordinaria – ha osservato – che ci ricorda l’immensa ricchezza della fede, dell’appartenenza alla Chiesa diocesana, della fedeltà perenne di Dio”. Inoltre – ha aggiunto mons. Mosciatti – “quest’anno le Rogazioni ci trovano in cammino, verso una Chiesa sinodale, così come ci sollecita Papa Francesco”. “Il Sinodo – ha commentato – ci offre l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare lo Spirito nell’adorazione e nella preghiera. Abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza, della compassione e della tenerezza”. Infine, il vescovo ha evidenziato che “in questo tempo così drammatico siamo invitati a ravvivare la consapevolezza di essere chiamati a svolgere ognuno la propria missione nella comunità. Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana”.

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