Musica: Firenze, stasera prima mondiale di “Oltre l’azzurro. Il sogno di Brunelleschi” nella cattedrale di Santa Maria del Fiore

Si terrà nella serata di oggi, lunedì 23 maggio, alle 21.15 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, la prima esecuzione mondiale di “Oltre l’azzurro. Il sogno di Brunelleschi”, la nuova partitura con la musica di Silvia Colasanti e il testo di Maria Grazia Calandrone, appositamente ideata per celebrare i 600 anni dell’inizio della costruzione della cupola di Brunelleschi per la cattedrale di Firenze. Commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, secondo il progetto ideato e realizzato con la direzione artistica di Francesco Ermini Polacci, il dramma in musica era stato inizialmente programmato nel 2020, anno delle celebrazioni, ma le continue incertezze dovute alla pandemia ne hanno ritardato l’esecuzione affidata all’Orchestra giovanile italiana della Scuola di musica di Fiesole e al direttore francese Pierre-André Valade, affiancati dalle voci miste della Cappella musicale della cattedrale di Santa Maria del Fiore e da quelle bianche dei Pueri Cantores sotto la guida di Michele Manganelli, maestro di cappella della Cattedrale di Firenze. A impersonare Filippo Brunelleschi sarà Massimo Popolizio, attore di teatro, cinema e televisione fra i più noti di oggi.
“Un Brunelleschi colto nella sua storica realtà umana, figura del Rinascimento; l’artista, libero di creare, che convive con l’artigiano e le regole che empiricamente si dà, ma non solo: il suo pensiero si nutre necessariamente di quella dimensione spirituale e sacra che l’epoca portava in sé e con sé”, ha spiegato Polacci. Una partitura dal passo incalzante, “con l’orchestra che amplifica e commenta il racconto di Brunelleschi, anche ricorrendo all’uso di materiali concreti, come la carta, il legno, il ferro, organizzati ritmicamente in una trasfigurazione musicale dell’utopia della costruzione che si trasforma in realtà”, osserva Colasanti. “Impastare la natura alla pietra, utilizzare l’arte vivente della natura rendendola umana, facendola coesistere con l’arte umana”: questo, per Calandrone, il genio di Brunelleschi.

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