Giorgio La Pira: card. Bassetti, “straordinariamente attuali le sue parole su pericolo guerra nucleare: ‘o finisce tutto, o comincia tutto'”

(Foto: diocesi di Perugia-Città della Pieve)

Giorgio La Pira, in un discorso ai giovani de “La Vela” a Castiglion della Pescaia, nell’estate del 1975, “disse che il ‘primo problema’ della società odierna è la bomba atomica. ‘Essa è veramente il problema della vita e della morte del genere umano e dello spazio. Tutti i problemi politici, culturali, spirituali sono legati a questa frontiera dell’apocalisse. O finisce tutto, o comincia tutto'”. Lo ha ricordato il cardinale arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ieri pomeriggio, in un convegno internazionale dedicato al “sindaco santo” di Firenze, promosso, tra gli altri, dall’arcidiocesi.
“Dunque, con il pericolo di una guerra nucleare ‘o finisce tutto, o comincia tutto’ – ha rimarcato il porporato -. Queste parole sono oggi straordinariamente attuali ed hanno un significato duplice. Innanzitutto, la drammatica carneficina in Ucraina ha riportato alla luce quello che avevamo dimenticato: la guerra in Europa e il rischio, finora solo paventato, di un conflitto nucleare”. Ma “le parole di La Pira, ‘o finisce tutto, o comincia tutto’, hanno anche un significato esistenziale più profondo che investe la vita di ognuno di noi e su cui vorrei richiamare la vostra attenzione. La nostra esistenza ha un termine, al di là di qualunque prova a cui siamo sottoposti. E anche i nostri compiti, le nostre missioni e le nostre attività hanno una fine. Tutto finisce, ma in un certo senso, tutto inizia nuovamente. Fa parte della vita e dobbiamo accettarlo con serenità e gioia, con fede retta e speranza certa, come diceva San Francesco”.
Il cardinale ha riportato anche stralci di una lettera di La Pira, nell’agosto del 1977, ormai sofferente, a Paolo VI: “Beatissimo Padre, le scrivo all’estremo di forze in cui mi trovo. (…) Resta il fatto di una vita votata agli ideali che ogni giorno mi avevano guidato in questa situazione.
Queste parole ci restituiscono la cifra morale e spirituale della sua personalità”. All’indomani della morte, Aldo Moro ne tracciò un ricordo su “Il Giorno”: “Quel che più colpiva erano il candore e il calore della sua speranza, quell’ottimismo assolutamente privo di faciloneria e di cinismo, che derivava dalla sua straordinaria capacità di andare al di là della superficie delle cose, fino alle ragioni ed ai dati di fondo e dalla sua intatta fede nella dignità dell’uomo e nella grandezza del suo destino. Sono certo che non si tratti di una persona come le altre, di un’esperienza come le altre”.
Il card. Bassetti ha concluso: “Faccio mie le parole di Aldo Moro. Giorgio La Pira non è stata ‘una persona come le altre’. Possa aiutare tutti noi ad uscire da questa drammatica guerra in Europa e a guidarci lungo le nuove strade che la vita ci riserverà in futuro”.

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