Elezioni amministrative: diocesi Pistoia a candidati, “siate donne e uomini di un futuro che rimetta al centro le persone, meno arido e divisivo, più fraterno”

“Sappiamo bene che le scelte saranno faticose, a volte impopolari e non prive di rischi per chi amministra. (…) Andare infatti oltre alle vetrine ‘social’ e all’umore istantaneo sui singoli provvedimenti è faticoso e generalmente poco premiante. Ma lo scatto che vi è richiesto è proprio questo: che siate donne e uomini di un futuro che rimetta al centro le persone, meno arido e divisivo, sicuramente più fraterno”. Si conclude con queste parole la lettera aperta che Pastorale sociale e del lavoro e Caritas della diocesi di Pistoia, scritta in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali e cultura, ha indirizzato ai candidati sindaco in corsa alle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno.
“Questa tornata elettorale amministrativa – viene rilevato – coinvolgerà circa 140.000 residenti, oltre la metà di coloro che abitano nella diocesi di Pistoia e rappresenta un momento alto di democrazia interessando l’istituzione più prossima ai cittadini”. “Stiamo attraversando un periodo complesso, che stenta a trovare una via significativa di rigenerazione e – si legge nella lettera – nutriamo aspettative per il ruolo che le amministrazioni svolgono, quale collante per una ricomposizione nello smarrimento e nella frammentazione che la comunità intera sta attraversando”. “L’economia – si afferma – è in cronica stagnazione, se non addirittura in decrescita e registra un tasso disoccupazione fra i più bassi della Toscana (10%): un dato che è raddoppiato in 15 anni. La disoccupazione giovanile è arrivata a toccare il 44%, ben al di sopra delle medie regionali (22,9%) e nazionali (32,9%); il tasso di inattività rasenta il 30%. Abbiamo un esercito di pensionati (circa 85.000); sono 2.000 le imprese in meno rispetto a 15 anni fa e il tasso di crescita imprenditoriale è sceso a 0 (zero). In altre parole i cittadini che non lavorano stanno superando il numero dei cittadini che lavorano”. Nella lettera viene posta attenzione sulle difficoltà delle famiglie e le nuove marginalità, e sui migranti, compresi quelli costretti a fuggire dal proprio Paese per la guerra in Ucraina. “Se vogliamo uscire da questa situazione – viene sottolineato – è impellente fare i conti con la realtà, mettendo in discussione, e anche mutare quei paradigmi di sviluppo che fino ad ora ci hanno accompagnato e ai quali siamo affezionati”. L’invito è quello ad “attivare politiche significative all’insegna della solidarietà, della sussidiarietà e della cura del creato, in grado di rimettere in moto quella essenziale generatività che è vera ricchezza e motore di crescita per le comunità amministrate”. Le priorità individuate sono il lavoro, la sostenibilità, la cura e l’impegno contro ogni scarto.

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