Paraguay: mons. Martínez per la Festa nazionale, “violenze in varie forme, diseguaglianze strutturali. Corruzione e impunità come un’epidemia”

(Foto: arcidiocesi di Asunción)

“Circa il 90 per cento della popolazione si dichiara cristiana, sia fedele alla Chiesa cattolica che ad altre confessioni religiose. La realtà sociale e politica del Paraguay – tuttavia – ci sfida come cristiani. Siamo veramente seguaci di Cristo e adempiamo al suo mandato d’amore?”. L’interrogativo è stato posto ieri, durante il Te Deum per la Festa dell’indipendenza, dal presidente della Conferenza episcopale del Paraguay, mons. Adalberto Martínez, arcivescovo di Asunción. “I sintomi sociali del Paraguay – ha spiegato il presule – oggi indicano che siamo un Paese segnato da violenze in varie forme, da disuguaglianze strutturali: centinaia di migliaia di paraguaiani da anni sono costretti a emigrare perché non trovano sufficienti risorse nella loro terra d’origine per radicare, altri vivere in una situazione di estrema povertà. Corruzione e impunità avanzano come un’epidemia, facendo ammalare mortalmente il tessuto sociale. Le istituzioni democratiche sono deboli; la presenza e l’azione del narcotraffico e della criminalità organizzata è in aumento, contagiando e cooptando le istituzioni della Repubblica”. A questo proposito, l’arcivescovo afferma che “il brutale omicidio dell’agente fiscale Marcelo Daniel Pecci Albertini sconvolge il Paese. Questo abominevole crimine non deve essere considerato un caso isolato, è una ferita mortale nel cuore di tutti i paraguaiani che cercano di vivere sicuri, felici, con giustizia e pace sociale. Tale atto criminoso richiede l’adozione di ogni provvedimento da parte delle autorità preposte”, per un suo tempestivo e completo chiarimento.
Ha affermato, ancora mons. Martínez, facendo riferimento al poeta Carlos Miguel Giménez: “Invitiamo tutti i cittadini e tutti gli abitanti del territorio nazionale, qualunque sia la loro nazionalità, a non lasciarci rubare gioia e speranza, e ad accettare le sfide affinché nasca un nuovo Paraguay”. In vista di tale obiettivo, “la Chiesa sostiene che, per aumentare i livelli di sicurezza nazionale, si debba dare priorità non solo all’aumento delle misure legislative o delle forze dell’ordine, ma anche all’adeguata cura della popolazione e delle condizioni di vita, salute, istruzione e lavoro; alla cura della dignità delle persone, dell’equità sociale e della giustizia; al rispetto delle garanzie per l’esercizio della libertà; e che i cittadini a loro volta adempiano ai propri doveri nel pieno esercizio dei loro diritti”.
Ha concluso l’arcivescovo: “la Patria sognata deve fondarsi su un progetto di campagna basato sulla dignità della persona umana e sul bene comune, con una politica nazionale solidale e fraterna, al di là delle ideologie e degli interessi di partito e dei gruppi di potere”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori