Ucraina: Toscana Oggi, la storia di Kateryna, fuggita dalla guerra. Ora aiuta i bambini rifugiati a Siena

foto SIR/Marco Calvarese

La storia di Kateryna è quella di un’accoglienza che si trasforma in un servizio per il prossimo. Arrivata con la sua bambina a Siena quattro giorni dopo lo scoppio della guerra, ha messo a disposizione la sua conoscenza della lingua italiana per aiutare chi, come lei, si è rivolto alla Caritas diocesana per ottenere un’abitazione. A raccontare la sua storia è il giornale Fisc “Toscana oggi”. Psicologa dei bambini in un asilo nido dell’Ucraina centrale, da alcune settimane presta servizio alla scuola Pascoli per stare con i ragazzi mentre le loro madri seguono il corso d’italiano. “Visto che parlo italiano – spiega Kateryna a Toscana Oggi – , ho offerto la mia disponibilità per aiutare le persone che, come me, sono fuggite dalla guerra e così mi hanno proposto di svolgere questo servizio alla scuola Pascoli. Mentre i genitori partecipano ai corsi di italiano, io intrattengo i figli facendoli giocare e divertire, insieme a un altro ragazzo musicista che fa suonare loro alcuni strumenti. Ho fatto anche la mediatrice culturale in un’altra scuola dove aiutavo i bambini a tradurre ciò che insegnava loro la maestra. Mi sono messa a disposizione della Caritas per far capire a chi ci lavora, ciò di cui ha bisogno un rifugiato”.
La psicologa ha cercato di organizzare giochi che potessero aiutare i bambini a comunicare e a conoscere nuove persone: “Queste attività possono aiutare loro a conoscere bambini italiani e a fare nuove amicizie. Nel frattempo, durante il gioco, provo a insegnargli qualche parola in italiano. Vado in questa scuola tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, e i bambini hanno un’età compresa tra i due e i dodici anni”. I primi giorni, aggiunge, “i bambini non ne parlavano tanto, ma pensavano a divertirsi, qualcuno stava più in disparte. Poi dopo una settimana hanno iniziato a raccontare come sono usciti dal loro paese, qualcuno mi ha detto che il papà è ancora in Ucraina; altri bambini vogliono tornare a casa perché hanno lasciato lì i propri amici”.
Da circa un mese sono state accolte presso l’ex seminario di Montarioso sette mamme con sette bambini disabili, arrivate dall’Ucraina. Kateryna le ha incontrate alla Misericordia “quando sono andata per fare la mediatrice culturale, traducendo le loro necessità. Le mamme sono turbate perché non sanno cosa le aspetta, i bambini hanno bisogno di cure speciali e non sanno come andare avanti e cosa questo Paese potrà dare ai loro figli”.
Kateryna arriva da Kamenets-Podolsky, città che si trova sul fiume Smotryc in Ucraina occidentale. Il suo desiderio è quello di poter tornare un giorno a casa per continuare a lavorare con i bambini, con la consapevolezza che non sarà semplice rimuovere in loro i traumi lasciati dalla guerra.

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