Disabilità: Cei, seminario “Una liturgia inclusiva”. Card. Tolentino de Mendonça, “le persone disabili sono maestre, ci insegnano tanto sui sensi”

foto SIR/Marco Calvarese

“Papa Francesco nel suo magistero parla della necessità di trovare nuovi paradigmi più inclusivi e capaci di generare una inclusione. Questa connessione non è soltanto tra l’essere umano, il pianeta e le altre creature ma anche una connessione dell’esperienza umana che alle volte sembra troppo frammentata”. Lo ha sottolineato oggi il card. José Tolentino de Mendonça, teologo e poeta archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, intervenuto come relatore al seminario “Una liturgia inclusiva: i cinque sensi e le persone con disabilità”, organizzato dall’Ufficio liturgico nazionale e dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, svoltosi oggi a Roma. “Abbiamo bisogno di una grammatica umana più inclusiva, che faccia i conti con la realtà della vita così com’è, di quello che l’essere umano è come potenzialità. Perché il nostro corpo è la lingua materna di Dio. Il nostro corpo umano, quello che siamo, anche nei sensi materiali, naturali, anche nei cinque sensi, noi abbiamo vie di accesso, sensori per costruire una esperienza spirituale”, prosegue il cardinale che pensa a quella che lui definisce la chiamata importante che la cultura contemporanea oggi fa alla teologia, alla pratica ecclesiale: una capacità nuova di coinvolgere i nostri sensi nella ricerca di Dio e nella costruzione di una esperienza di fede. “Parlando dei sensi dobbiamo riconoscere che la disabilità è molto più ampia e dobbiamo reinterpretare anche la disabilità, perché noi tutti abbiamo i nostri sensi sottovalutati dal punto di vista spirituale”, aggiunge il porporato che conclude: “Tante volte le persone disabili sono maestre, ci insegnano tanto sui sensi. Questo discorso dei sensi mette le persone con disabilità come maestri di noi tutti”.

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