Ucraina: Assisi, il viaggio della piccola Veronica da Kiev all’Istituto Serafico per continuare a vivere

(Foto: Istituto Serafico di Assisi)

La piccola Veronika, una bambina di quattro anni di Kiev affetta da una grave disabilità, troverà all’Istituto Serafico di Assisi quel percorso di cura e riabilitazione che in Ucraina, a causa della guerra, non le è più possibile. “A causa di un arresto cardiaco prolungato e di un conseguente coma, da due anni versa in una situazione estremamente delicata; non può muoversi, ha bisogno di un sondino per nutrirsi e ogni giorno lotta per sopravvivere”, spiegano dal Serafico. Quando Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto, è venuta a conoscenza della situazione in cui versava la piccola grazie alla segnalazione dell’Ufficio Salute della Cei – impegnato con Caritas Italiana sul fronte dell’accoglienza dei profughi – ha immediatamente manifestato la disponibilità ad accogliere quanti più bambini possibili facendo di tutto affinché Veronika potesse arrivare con tutta la sua famiglia nella struttura di Assisi, accendendo così una luce di speranza tra le tante immagini di morte, macerie e distruzione. Ora la piccola è al sicuro, circondata dall’amore della sua famiglia e di tutta la grande ‘famiglia’ del Serafico: “Casa mia adesso è qui, dove sta bene mia figlia, dove viene seguita e non viene considerata uno scarto come accaduto fino a ora”, ha affermato Yevhen, il papà della piccola, consapevole delle scelte che lui e moglie Olha dovranno prendere per il futuro della loro famiglia (oltre a Yevhen, a Olha e alla piccola Veronika ci sono anche i fratelli Vlada, di 14 anni, e Nazar di sei). è iniziata lo scorso 24 febbraio a Kiev, primo giorno dell’invasione armata. Fuggiti dalla guerra, il viaggio per raggiungere l’Umbria non è stato semplice: “Abbiamo dovuto attraversare il confine ungherese – racconta – e Veronika, con la malattia che la costringe a vivere sdraiata, ha affrontato il viaggio sulle gambe di mia moglie, mentre io guidavo. Ho guidato per almeno dieci ore di fila”. “Ma non potevamo fermarci anche se la stanchezza stava prendendo il sopravvento: dovevamo arrivare prima possibile qui, dove qualcuno avrebbe potuto garantire le cure e l’assistenza necessaria a Veronika”, aggiunge Olha. Proprio in queste ore sono in corso gli accertamenti clinici e le valutazioni mediche della piccola Veronika: “Appena avremo completato gli approfondimenti diagnostici del gravissimo quadro clinico di Veronika – spiega il direttore sanitario dell’Istituto, Sandro Elisei, la nostra equipe multidisciplinare, in collaborazione con i genitori, metterà a punto un programma riabilitativo e assistenziale personalizzato e adatto ai bisogni di salute della bambina con l’obiettivo di garantire in modo concreto, a lei e a tutta la sua famiglia, la migliore qualità di vita possibile”. Per Di Maolo, “l’arrivo di questa famiglia al Serafico è stato commovente perché tutta la tensione di quelle giornate difficili in cui sapevamo che la piccola era in viaggio, si è sciolta nell’abbraccio con Nazar, il fratellino di Veronika”. “Quando abbiamo steso sul letto Veronika – ha proseguito la presidente – suo fratello le si è seduto accanto e mentre noi, con l’aiuto della nostra interprete, parlavamo con i loro genitori, lui le teneva la manina e la baciava ripetutamente: sono immagini che non scorderemo mai. Dopo tanta guerra, distruzione, e morte, finalmente un’immagine di vita che vince a dispetto di ogni guerra, di ogni limite e di ogni malattia”.

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