Ucraina: colloquio ieri pomeriggio in video-conferenza tra Patriarca Kirill e arcivescovo di Canterbury. Welby, “seguire la grande chiamata di Gesù ad essere operatori di pace”

Anche l’arcivescovo di Canterbury , Justin Welby, capo spirituale della Comunione anglicana nel mondo, ha avuto ieri pomeriggio un colloquio in video-conferenza con il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill. Secondo quanto si legge in una nota diffusa da Londra, “durante la conversazione, l’arcivescovo Justin Welby ha espresso la sua grave preoccupazione per la guerra in Ucraina, che ha definito una grande tragedia”. Ha sottolineato la necessità di “porre fine alla violenza in Ucraina” e ha affermato che “la guerra e la violenza non sono mai una risposta”. L’arcivescovo ha quindi ribadito che “come chiese dobbiamo essere uniti nel seguire la grande chiamata di Gesù Cristo ai suoi discepoli ad essere operatori di pace e a fare ciò che possiamo per consentire ai politici di svolgere il loro lavoro per stabilire la libertà e i diritti di tutte le persone in Ucraina”. Ha pertanto fatto appello a Sua Santità perché si unisse a lui nel “parlare in pubblico a favore della pace e di un cessate il fuoco”. L’arcivescovo ha infine assicurato che lui e la Chiesa d’Inghilterra avrebbero fatto tutto il possibile per sostenere i rifugiati. La notizia del colloquio con il primate anglicana viene data anche dal Patriarcato di Mosca. Nella nota, si dice che il Patriarca Kirill ha delineato in dettaglio la posizione della Chiesa ortodossa russa sugli eventi che hanno avuto luogo dal 2014. È stato toccato l’aspetto umanitario della crisi, compreso il tema dell’assistenza della Chiesa ai rifugiati. “Sua Santità il Patriarca Kirill ha sottolineato che ogni persona dovrebbe avere il diritto di praticare liberamente la propria fede e parlare la propria lingua madre senza subire persecuzioni politiche. Le parti hanno sottolineato la necessità di raggiungere quanto prima una pace duratura basata sulla giustizia e hanno convenuto di continuare la cooperazione”.

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