Processo in Vaticano: prossima udienza il 30 marzo, il 6 aprile l’interrogatorio del card. Becciu

L’interrogatorio del card. Angelo Becciu slitta al 6 aprile. Oggi, infatti, si è svolta la decima udienza del processo in corso in Vaticano sulla vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra: come da calendario, doveva essere il giorno dell’interrogatorio del cardinale, ma all’inizio dell’udienza – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani – il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha reso noto che il Promotore di Giustizia aggiunto, Alessandro Diddi, aveva comunicato che “a causa del Covid e di altri problemi legati all’Ufficio” non era in grado di procedere all’interrogatorio del porporato. Così il card. Becciu, ha annunciato Pignatone al termine dell’udienza, sarà interrogato il 6 aprile non soltanto sulla vicenda sarda relativa alla Cooperativa Spes ma su tutte le accuse. Durante l’udienza di oggi, dopo le dichiarazioni spontanee del cardinale, Pignatone ha rivolto alcune domande a Becciu, la prima delle quali relativa al segreto pontificio sulla vicenda relativa a Cecilia Marogna. “Ritiene valga ancora il segreto pontificio?”, la domanda di Pignatone. “Tendo a confermare il segreto pontificio, ma sono disposto ad accettare quello che sarò deciso dalle autorità competenti”. “Il Tribunale deciderà”, ha assicurato Pignatone. Le altre domande del presidente del tribunale vaticano hanno riguardato il filone sardo dell’inchiesta, relativo ai contributi versati alla Caritas di Ozieri presso la Cooperativa Spes: si tratta di tre prestiti effettuati da Becciu, nel 2013, nel 2015 e nel 2018, rispettivamente di 100mila, 25mila e 100mila euro. Il primo contributo, per 25mila euro nel 2015 – ha spiegato Becciu – richiesto dal vescovo di Ozieri servì a far ripartire la produzione di un panificio a vocazione caritatevole, ideato dalla diocesi d’intesa con la Caritas locale, andato distrutto in un incendio, nell’ambito di un progetto di inclusione sociale “Il pane degli ultimi”, grazie al quale oltre 15  lavoratori svantaggiati sono in grado di sostenere, da anni, sé stessi e le loro famiglie. Il secondo contributo, per 100mila euro nel 2018, fu erogato, sempre a fronte di richieste del vescovo di Ozieri, per sostenere la costruzione di un centro polifunzionale, denominato “Cittadella della carità”, finalizzato a ospitare, fra l’altro, uffici Caritas assistenza agli anziani e ai profughi. Tale centro, dopo una lunga fase di raccolta di fondi da parte della diocesi di Ozieri, ha visto l’avvio dei lavori appena lo scorso 28 febbraio.  “Per me il destinatario era la Caritas”, ha precisato il cardinale, “il cui braccio operativo era la Cooperativa Spes”. “Mio fratello – ha spiegato Becciu – è stato presidente della Caritas per dieci anni, senza avere un soldo, lasciando l’insegnamento della religione cattolica: davanti alla generosità di mio fratello verso gli altri divento rosso come prete”. “Rispetto a presunte irregolarità dei fondi, lei di che cosa era a conoscenza?”, ha chiesto Pignatone. “Non so come venivano usati questi fondi, ma c’è un vescovo e c’è un Dicastero per i vescovi: se c’è un fumus di irregolarità, sono loro che intervengono”, la risposta. La parte dell’udienza dedicata a Becciu è durata circa mezz’ora, tra domande, dichiarazioni spontanee e risposte alle domande, poi le difese hanno chiesto che venissero effettuate perizie, in particolare sul materiale audio-video di mons. Perlasca. Pignatone ha chiesto a Diddi di dare priorità assoluta a questo processo e Diddi ha precisato che “sulle perizie è stato già ampiamente discusso e un’ordinanza del Tribunale ha già risposto”. Dopo una Camera di Consiglio di due ore, Pignatone ha letto l’ordinanza con cui ha risposto alle richieste odierne. Per quanto riguarda il segreto pontificio invocato da Becciu, ha resto noto che richiederà “un’informazione specifica alla segreteria di Stato, per appurare se esista o meno questo vincolo”. Quanto alle perizie richieste dalle difese, Pignatone ha ricordato che il materiale è “già agli atti”, e dunque le perizie sarebbero solo esplorative. Il processo, ha annunciato il presidente del tribunale vaticano, riprenderà il 30 marzo con l’interrogatorio di mons. Mauro Carlino. Il 5 aprile è in calendario l’interrogatorio di René Brühlart e di Tommaso Di Ruzza, mentre il giorno seguente sarà la volta dell’interrogatorio completo di Becciu e comincerà  l’interrogatorio di Enrico Crasso. Il 27 aprile verrà interrogato Fabrizio Tirabassi e  continuerà l’interrogatorio di Crasso. Il 5 e 6 maggio verrà interrogato Raffaele Mincione.

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