Salute: Emergenza Sorrisi, video intervento in diretta di due piccoli pazienti grazie a caschetto con videocamera frontale. Abenavoli (fondatore), “salvate molte vite”.

Iraq, Mali ed Italia, all’insegna dell’eccellenza medica, in un dialogo innovativo ieri al centro del webinar organizzato da Emergenza sorrisi con il contributo di Fondazione terzo pilastro internazionale, presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica del sacro Cuore (virtual room sala Germania).
Protagonista il rivoluzionario caschetto chirurgico che ha permesso un evento straordinario: la video chirurgia di malformazioni facciali, in diretta, di due piccoli pazienti dall’Iraq e Mali. Ad operare, il dott. Aws Adel Al Hussona, chirurgo maxillo facciale e direttore dell’Habobbi Hospital di Nassirya in Iraq (responsabile di Emergenza sorrisi Iraq) Paese in cui la Ong è presente da oltre 14 anni con migliaia di interventi di chirurgia ricostruttiva e decine di medici ed infermieri formati in modo superspecialistico ed il dott. Garango Allaye del dipartimento di Chirurgia maxillo facciale dell’Ospedale Bamako in Mali, Paese da cui i medici volontari di Emergenza sorrisi sono appena tornati.
“Ho sempre cercato sinergie per creare momenti di incontro con le diverse strutture, come il Policlinico Agostino Gemelli che ci ha permesso di fornire formazione a paesi distanti, per garantire un’assistenza sanitaria adeguata– sottolinea Fabio Abenavoli, chirurgo plastico e maxillo facciale, presidente e fondatore di Emergenza sorrisi – . Abbiamo portato i sorrisi a tanti bambini, sono stati molti i risultati eclatanti e abbiamo salvato vite grazie a questi interventi, oltre a donare dignità alle famiglie dei bimbi, destinati altrimenti ad essere emarginati per lo stigma della malformazione, vista come una vergogna da nascondere. Aiutare i nostri fratelli distanti attraverso la formazione a distanza, questo è il senso del convegno di oggi, perché l’importanza dell’aiuto attraverso uno strumento così rivoluzionario risulta fondamentale nel tramutare le potenzialità di altri paesi in realtà concrete».
“Il padre fondatore Agostino Gemelli – afferma mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica -, aveva proprio a cuore la facoltà di medicina e chirurgia che prospettava come scuola per missionari: la medicina come missione per i paesi in via di sviluppo. Quindi l’ottica di solidarietà e condivisione è sempre stata implicita nello spirito della struttura ospedaliera del Gemelli. E non solo, la gratuità dell’aiuto per introdurre efficienti modalità di intervento in favore dei più vulnerabili, soprattutto per i bambini che sono il futuro della nostra umanità”,

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