Ucraina: Univ. Cattolica Cremona, il 34% degli italiani teme per propria situazione finanziaria, il 65% teme grave crisi economica

Il senso di insicurezza degli italiani causato dalla guerra tra Russia e Ucraina non si ferma alla questione energetica. Dalle analisi dei ricercatori dell’EngageMinds Hub della Università Cattolica, campus di Cremona, cresce – raggiungendo il 34% – la quota di italiani che ritiene a rischio la propria attuale situazione finanziaria; nell’indagine dello scorso settembre lo era solo il 26% del campione. Soprattutto, più che raddoppiata è la percentuale di italiani che guarda con sfiducia al proprio futuro economico individuale e familiare: dal 20% di settembre 2021 al 41% della rilevazione odierna.
Un mood negativo che si conferma guardando alle prospettive del “sistema Paese”. Sale infatti dal 22% di settembre scorso al 47% di queste settimane chi teme che la situazione economica del Paese non potrà che peggiorare tra un anno. Così come cresce dal 37% al 65% chi prefigura per il futuro un aumento della disoccupazione e una grave crisi economica. Tanto che il 36% pensa di rinviare spese familiari importanti (a settembre era il 21%). Un quadro che si completa considerando che oggi il 57% di italiani valuta negativamente la condizione economica nazionale, contro il 47% dell’autunno scorso. “Queste percezioni soggettive denotano la grande incertezza degli italiani circa gli effetti che la guerra in Ucraina potrà avere anche sul benessere del nostro Paese – commenta Guendalina Graffigna, direttrice di EngageMinds Hub –. La psicologia dei consumi insegna che, al di là delle condizioni economiche oggettive, queste percezioni di ‘sentiment’ sono fortemente predittive ed esplicative degli effettivi comportamenti di consumo. La corsa alle scorte di prodotti di prima necessità o che promettono una qualche forma di protezione in caso di un aggravamento del conflitto, per esempio le pillole di iodio, da una parte e dall’altra il procrastinare acquisti più impegnativi, sono la conseguenza dell’incertezza psicologica degli italiani”. La docente sottolinea tuttavia che nella prima fase acuta della pandemia, a maggio 2020, gli italiani preoccupati per la condizione economica del Paese arrivarono addirittura all’80%: “Le conseguenze del conflitto odierno, seppure preoccupino la maggior parte degli italiani”, sono al momento “percepite come lontane”.

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