Povertà: don Colmegna, “dobbiamo assumerla come stile di vita, passione e condivisione”

“Nel messaggio di Francesco per la Giornata mondiale dei poveri vi è una sete di Vangelo, carica di passione, che ci fa intravvedere come la Chiesa può e deve esporsi per l’aiuto ai poveri non solo come gesto di solidarietà concreta, ma come esortazione per quella conversione ecologica che ci è richiesta dalla Laudato si’”. Ne è convinto don Virginio Colmegna, presidente della casa della Carità, che nel numero di novembre di  “Vita Pastorale” indica la povertà come “stile di vita”. “Quindi – spiega – non la Chiesa per i poveri, ma la Chiesa dei poveri, che ci fa diventare intransigenti nella lotta contro le miserie, le diseguaglianze e la globalizzazione dell’indifferenza”. In questo scenario la Giornata mondiale che si è celebrata domenica “richiede un salto di qualità formativo ed educativo: dobbiamo assumere la povertà come stile di vita, come passione, come condivisione. Non un aiuto, ma fraternità: ‘la stessa mensa’. Non più solo assistenza, ma capire che si tratta di una sfida al nostro modo di vivere e di pensare”.
“Credo che questo sia un approccio importante, da immettere come credenti anche dentro una società in crisi culturale, che non fa altro che dichiarare sociologicamente il problema della povertà, senza poi compiere virate radicali”, prosegue don Colmegna, secondo il quale “non si può più accettare la rassegnazione indifferente per le chiusure individualistiche ed egoistiche. Questa Giornata mondiale dei poveri ci chiede una revisione di tutto il nostro modo di operare”.

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