Conflitti: Onu e Croce Rossa, proteggere i civili da armi esplosive in aree popolate

L’Alto rappresentante delle Nazioni Unite per il disarmo Izumi Nakamitsu, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza Martin Griffiths, il direttore generale dell’Unicef Catherine Russell e la presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa Mirjana Spoljaric fanno appello congiuntamente agli Stati affinché sostengano la dichiarazione sul “Rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi esplosive in aree popolate”. Nei conflitti in tutto il mondo, i civili continuano ad affrontare le conseguenze devastanti dell’uso di armi esplosive in aree popolate. Quando utilizzate nelle città, nei paesi e nei villaggi queste armi spesso hanno effetti che vanno ben oltre i loro obiettivi. Le vittime sono innumerevoli, causano distruzioni diffuse e privano la popolazione di servizi civili essenziali, come l’acqua e i servizi igienici, l’elettricità, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. La nuova dichiarazione invia un segnale forte: “danneggiare i civili e danneggiare le città non è una realtà che dovremmo accettare”. Rafforza il rispetto del diritto umanitario internazionale, in particolare impegnando gli Stati firmatari a limitare o astenersi dall’uso di armi esplosive nelle aree popolate, ogniqualvolta tale uso possa causare danni ai civili. La dichiarazione sarà lanciata alla conferenza di approvazione a Dublino, in Irlanda, il prossimo 18 novembre 2022, dopo 3 anni di consultazioni. Negli ultimi 10 anni, la spinta verso una dichiarazione politica è aumentata notevolmente, anche grazie alle iniziative regionali e al sostegno della società civile.

 

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