Inclusione sociale: ass. Casa al Plurale, “senza le risorse promesse le case famiglia di Roma rischiano di chiudere”

Si è svolto questa mattina, a Roma, in Campidoglio, il convegno “Case famiglia, una risorsa per Roma da oltre 25 anni” promosso dall’associazione Casa al Plurale che dal 2006 rappresenta le organizzazioni che operano sul territorio capitolino. L’incontro è servito a ribadire che “Ogni giorno, da oltre 25 anni, le case famiglia per persone con disabilità e per i più vulnerabili della Capitale sono una risposta concreta e a misura umana”. Purtroppo “senza un adeguamento immediato delle tariffe al costo reale della vita queste strutture, che ospitano oltre 400 persone con disabilità e centinaia tra minori e mamme in difficoltà, sono destinate alla chiusura; il caro bollette di questi mesi è l’ennesimo colpo, forse quello definitivo, inflitto a queste comunità in sofferenza da anni”. Per questo l’Associazione ha sollecitato “l’aumento per le rette in casa famiglia, anche chiedendo di tener fede alla promessa fatta qualche mese fa, quando l’Assemblea Capitolina approvò la mozione n. 111 del 19 maggio 2022 che andava verso ‘l’adeguamento delle rette per le case famiglia’”. Attualmente le risorse stanziate dal Comune coprono circa la metà del fabbisogno quotidiano di queste strutture. Dai lavori sono emersi alcuni dati: per una casa per otto persone con disabilità lieve sarebbe necessaria una retta pari a €193.47, mentre la retta attualmente prevista, IVA esclusa, ammonta € 105.28. Per una casa famiglia per persone con disabilità complessa la retta necessaria dovrebbe essere €242.84, mentre la quella attualmente prevista, IVA esclusa, è pari a € 144.37. Sono state conteggiate, fino all’ultimo centesimo, tutte le spese e le ore di presenza necessarie del personale, al fine di offrire un documento preciso ed esaustivo a chi ha il potere di decidere quanto stanziare e in che misura. Dai costi di luce e gas a quelli dell’acqua, dal cibo fino agli affitti, dalle assicurazioni dei veicoli agli estintori. Infine c’è il costo del lavoro, la voce in realtà più importante, che assorbe circa il 75% della spesa necessaria. Si tratta del costo degli stipendi per gli educatori, gli operatori socio sanitari e i tanti altri professionisti, tutte figure previste per legge, che lavorano su turni 24h al giorno 365 giorni l’anno. “La dignità delle persone fragili e di chi lavora per loro passa per il giusto corrispettivo”, commenta Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale per il quale “le case famiglia non vanno concepite come un costo bensì come un investimento, che una società sana, civile, attenta ai suoi concittadini più fragili, compie affinché queste persone, portatrici di medesimi diritti, possano essere in condizione di vivere una vita degna di essere vissuta. Sono intervenuti tra gli altri al convegno, moderato da Chiara Ludovisi di Redattore Sociale, mons. Benoni Ambarus, Vescovo ausiliare di Roma, incaricato per la pastorale della carità, dei migranti e delle missioni, Barbara Funari, Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, Angelina Di Prinzio, Dipartimento Politiche Sociali e Salute, Erica Battaglia, Presidente Commissione Cultura, Politiche Giovanili e Lavoro, Francesca Danese, Portavoce Forum Terzo Settore Lazio.

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