Diocesi: Acireale, mons. Raspanti “chiediamo a Santa Venera il coraggio di combattere, oltrepassando ostacoli, i condizionamenti per vivere nella verità, giustizia e libertà”

Mons. A. Raspanti (Foto diocesi Acireale)

“Santa Venera chiede ad Acireale e alla Sicilia il coraggio di andare oltre i limiti e condizionamenti per vivere nella luce della verità, giustizia e libertà”. Sono le parole pronunciate dal vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, nell’omelia della Festa invernale di Santa Venera, Vergine e Martire, patrona della diocesi e della città. La Messa si è svolta in Cattedrale ieri sera, 14 novembre. In questo giorno, nel quale si ricorda la Traslazione delle Reliquie e l’81° anniversario del bombardamento aereo che subì la città di Acireale durante la Seconda Guerra Mondiale, il vescovo ha lanciato un messaggio di speranza: “La martire Venera, ispiratrice anche del nostro cammino storico, ci consegna attraverso la Parola di Dio un giudizio avverso sul cammino che ha intrapreso l’umanità ed in particolare sul governo delle cose della terra, quindi dell’autorità civile, religiosa, militare ed economica. I martiri di ieri e di oggi ci evidenziano la vera distanza che l’uomo ha da Dio che a lui vuole eguagliarsi. L’umanità non conosce più limiti e si sente onnipotente”. “Venera – ha aggiunto mons. Raspanti – ha fatto la sua scelta di amare che è un atto di libertà che non preclude persecuzioni e difficoltà. La nostra martire acese, prima delle sue scelte, ha messo davanti a sé Cristo che le chiede di rinnegare se stessa, che non significa annullarsi. L’uomo sconfessando se stesso non è più soggetto alla duplicità e ambiguità di questo mondo, non possiede più la volontà di prevaricare e non avere limiti, riconosce invece il suo Creatore come Misericordia, Bene e Bellezza. L’uomo così riesce a conoscere il proprio cuore e allontanarlo dalla stoltezza. Dio non vuole la morte dell’umanità ma la vita che è gratuità incondizionata. L’esistenza umana non deve sostenere la menzogna che imprigiona e inganna, portandoti fino alla distruzione”. “Santa Venera – è stata la conclusione – chiede alla nostra amata terra acese e di Sicilia il coraggio di combattere, oltrepassando gli ostacoli, i condizionamenti e le proibizioni per vivere nella luce della verità, giustizia e libertà. Ognuno di noi abbia sulle labbra una parola vera anche se questo può costarci”.

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