Bioetica: Pftim sez. San Tommaso, domani il seminario di studio “Educarsi a morire. Eutanasia, suicidio assistito, hospice”

Domani, mercoledì 16 novembre, a partire dalle ore 9.15, a Napoli, presso l’aula II della sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale (Pftim), avrà luogo il seminario di studio “Educarsi a morire. Eutanasia, suicidio assistito, hospice”, organizzato dal Seminario di studi storici e filosofici “Pasquale Orlando” e le cattedre di “San Tommaso e storia del neotomismo meridionale” e di Filosofia morale e politica, in collaborazione con il Cirb (Centro interuniversitario di ricerca bioetica).
I temi etici e bioetici di quella che gli esperti denominano “bioetica di uscita dalla vita” saranno affrontati in occasione della recente pubblicazione del libro di Andrea Piscopo, “Compagni di viaggio. Hospice: 10 storie da raccontare”, edito da La Valle del tempo di Napoli, che sarà presente al seminario. Con il coordinamento di Carmela Bianco (sezione San Tommaso), sono previsti gli interventi di Andrea Patroni Griffi (direttore del Cirb), Carlo Iannello (Cirb), Maria Rosaria Romano (Issr di Terra di lavoro), Gianpiero Tavolaro (sezione San Tommaso) e Pasquale Giustiniani (sezione San Tommaso).
“Rispetto alle apparentemente più facili soluzioni dell’eutanasia e del suicidio assistito – dichiara don Francesco Asti, decano della sezione San Tommaso – urgono per i malati cosiddetti ‘terminali’ delle cure appropriate, non soltanto di ordine medico e infermieristico, ma anche terapie integrative, non soltanto di ordine psichiatrico e psicologico. Tali terapie e cure, se erogate con amore, in un clima quotidiano di amore, danno il vero senso, anche cristiano, delle opportunità offerte da un Hospice”. Pasquale Giustiniani, direttore delle collane “Scenari” e “Biblioteca di scenari” presso l’editore La valle del tempo, precisa: “L’hospice è un posto in cui la società si fa amica e accompagnatrice di persone che non possono più restare nell’ambiente di origine per curare i propri mali, spesso addizionati tra di loro in maniera tale da rispondere agli indici sanitari ufficiali che qualificano con la brutta etichetta di terminalità la loro condizione. Le dieci storie di Piscopo sono dieci storie di vita, d’intimità, di passioni, di sguardi, di amicizie tra ammalati, famiglie di riferimento e operatori”.
Andrea Patroni Griffi afferma: “Il Cirb dedica molta attenzione ai temi del fine vita, discutendo se e fino a che punto si possa parlare di un diritto di morire”. Dichiara la coordinatrice dell’evento, Carmela Bianco: “Se i moderni scrivevano trattati sull’arte del ben morire (famosissimo quello di Roberto Bellarmino), oggi la riflessione deve aiutare il legislatore a scrivere leggi giuste che bilancino il diritto di cura con l’autonomia decisionale nell’accettare o meno le terapie di volta in volta proposte, anche nelle situazioni di terminalità”.

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