Missioni: p. Ardura, da domani al 18 novembre un convegno per “fare il punto” sui quattro secoli del Dicastero missionario

“Fare il punto delle ricerche storiografiche sui quattro secoli di attività del Dicastero missionario”. Questo, ha spiegato padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di scienze storiche, la finalità principale del convegno internazionale di studi “Euntes in mundum universum”, che si svolgerà presso la Pontificia Università Urbaniana, da domani al 18 novembre, per celebrare il quarto centenario dell’istituzione della Congregazione di Propaganda Fide, avvenuta il 22 giugno 1622. “È proprio nella Università specialmente dedicata alla formazione accademica degli studenti provenienti dai cosiddetti ‘Paesi di missione’ – ha spiegato Ardura – che ci accingiamo a rileggere la storia di questo Dicastero, ricca di preziosi insegnamenti per la vita e la missione odierna della Chiesa, e certamente utilissima per delineare il futuro dell’annuncio del Vangelo non soltanto nei territori considerati ‘di Missione’, ma anche nelle società di antica tradizione cristiana, che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione in grado di cogliere le sfide del mondo attuale”. “Noi abbiamo i nostri missionari nei Paesi lontani, ma anche i nostri Paesi sono diventati oggi terra di missione”, ha precisato il religioso a proposito della necessità della nuova evangelizzazione, contro quella “apostasia silenziosa” già denunciata da Giovanni Paolo II. Con l’entrata in vigore della Costituzione apostolica Praedicate evangelium di Papa Francesco, il 5 giugno 2022, la Congregazione come tale scompare e forma con il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione il nuovo Dicastero per l’Evangelizzazione. “Questo convegno internazionale di studi non è soltanto rivolto allo studio di un passato ormai lontano”, ha precisato il relatore: ”Ancora oggi, la Chiesa continua ad aver bisogno di uomini e donne che, in virtù del loro Battesimo, rispondano generosamente alla chiamata ad uscire dalle loro case, dalle loro famiglie, dalla loro patria, dalla loro Chiesa locale, per essere inviati ai popoli, in un mondo che non è ancora trasfigurato dal Vangelo, Buona Novella per tutti”.

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