Cop27: Save the children, 1 miliardo di bambini nel mondo vive in Paesi a “rischio estremo” impatto cambiamenti climatici

Circa 1 miliardo di bambini nel mondo – quasi la metà della popolazione infantile mondiale – vive in Paesi a “rischio estremo” di subire gli impatti del cambiamento climatico. Un bambino nato nel 2020, infatti, sarà colpito in media dal doppio di incendi, 2.6 volte in più da siccità, 2.8 volte in più da inondazioni di fiumi e dalla perdita dei raccolti agricoli, e sarà esposto ad ondate di calore eccessive 6,8 volte di più rispetto a persona nata nel 1960. Lo sottolinea oggi Save the children Italia, durante un evento in corso oggi nel Padiglione Italia alla COP27. Saranno presentate alcune buone pratiche che dimostrano come i bambini e i giovani, in particolare quelli più colpiti dai cambiamenti climatici e dalle disuguaglianze e discriminazioni, possano e debbano essere al centro della risposta mondiale alla crisi climatica. Parteciperà all’evento il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che potrà ascoltare le esperienze e le opinioni di ragazze e ragazzi provenienti da Italia, Egitto e Marocco. Secondo una recente ricerca di Save the Children un bambino su tre, a livello globale, deve affrontare la doppia minaccia di un elevato rischio climatico e di una povertà schiacciante. Secondo l’indagine, si stima che l’80% dei bambini e dei giovani sia colpito da almeno un evento climatico estremo all’anno, alcuni però sono particolarmente a rischio perché affrontano anche la povertà e, per questo, hanno una minor capacità di difendersi e risollevarsi. Da un questionario diffuso ad oltre 42.000 bambini e ragazzi di 15 Paesi, tra cui l’Italia, l’83% dei bambini e dei ragazzi consultati afferma di essere testimone, quotidianamente, degli effetti del cambiamento climatico o delle disuguaglianze, o di entrambi. La maggior parte degli intervistati (73%) ritiene che gli adulti – compresi i governi, le imprese e i leader delle comunità, molti dei quali partecipanti alle riunioni del G20 e della COP27 – dovrebbero fare di più per affrontare questi problemi.

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