Festa di San Francesco: card. Zuppi, “Francesco aiuti l’Europa a non rassegnarsi di fronte alla guerra”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono”. È la parte centrale dell’omelia pronunciata dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, da Assisi, nella Messa per la Festa di San Francesco, alla presenza del presidente Mattarella, che ha acceso la lampada votiva dei Comuni d’Italia sulla tomba del santo. “Sostenga, in un momento così decisivo, l’amore politico e di servizio alla casa comune, perché nella necessaria diversità tutti concorrano all’interesse nazionale, indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano può essere realizzato e per affrontare delle sfide così grandi”, la prima invocazione di Zuppi: “Il nostro Patrono, uomo universale, aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana: la speculazione è sempre una forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta povertà, e mi sembra che non manchi. Fratelli tutti, ad iniziare dai più fragili, come gli anziani, che sono una risorsa e non un peso, che vanno protetti a casa dove conservano tutte le loro radici e dove ci aiutano a trovarle. Fratelli tutti che guardano al futuro, che lo desiderano per gli altri lottando contro il precariato dei giovani, dando loro fiducia e sicurezza perché possano dimostrare le loro capacità senza paternalismi insopportabili. Futuro che chiede rispetto dell’unica casa, dell’ambiente, perché possiamo continuare a cantare la bellezza del creato. Curiamo le ferite profonde nascoste nelle pieghe della psiche – quante il Covid ne ha lasciate! – o con la competenza professionale ma anche tessendo comunità e fraternità che donano sicurezza e fanno sentire protetti e amati. La nostra comunità è forte, ha tanta storia e umanità, per essa nessuno è straniero e insieme si trova il futuro che tutti desiderano. Viviamo la benedizione che sempre è la vita, la sua bellezza perché sia anche appassionante trasmetterla e donarla, garantendo la grandezza della maternità”.

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