Parlamento Ue: Von der Leyen (Commissione) su campagna vaccinale, Recovery e stato di diritto. “Dalla crisi usciremo insieme, non lasceremo nessuno indietro”

(foto SIR/European Parliament)

“Gli europei vogliono lasciare la pandemia alle spalle e noi tutti siamo qui per aiutarli a fare proprio quello”: la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è intervenuta al Parlamento europeo oggi per esprimere dal punto di vista dell’esecutivo europeo la situazione dell’Ue all’inizio di un nuovo semestre. “La campagna vaccinale sta diventando un successo”, ha affermato, anche se ci sono differenze tra Paese e Paese sulla velocità con cui si vaccina, la variante Delta circola, “troppe dosi di vaccino restano inutilizzate nei frigoriferi”. “Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per convincere gli europei a vaccinarsi”, ha poi aggiunto. Quanto al rilancio economico, l’Ue ha raccolto in queste settimane 35 miliardi di euro sui mercati finanziari e 14 piani nazionali sono stati verificati: “La buona notizia è che gli europei stanno investendo come mai prima d’ora nell’istruzione e nelle competenze, nelle riforme del mercato del lavoro e in alloggi a prezzi accessibili ed efficienti dal punto di vista energetico”. Quindi, “usciremo dalla crisi insieme, ammoderneremo le nostre economie e non lasceremo nessuno indietro”, ha annunciato la presidente.
Ma bisogna “lavorare insieme, nonostante le differenze”, ha quindi proseguito, passando a parlare della presidenza slovena, di fiducia e della necessità che il Paese che ora guida l’Ue “continui il suo importante lavoro sullo stato di diritto”: usciranno a giorni i rapporti della Commissione sul rispetto dello stato di diritto in ogni Paese, ha anticipato, e sarà interessante “discuterne” (su difesa dei valori europei e stato di diritto Von der Leyen è tornata anche alla fine del suo discorso). Ma la Slovenia è anche un ponte verso l’Europa orientale e in particolare verso Albania e Macedonia del Nord a cui è stato promesso l’ingresso nell’Ue “e le promesse fatte vanno mantenute”. Ne va della “credibilità” e degli “interessi” dell’Ue.

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