Iraq: card. Sako (patriarca), “diversità delle persone chiave del progresso”

“Il momento storico attuale chiede incontro e dialogo, apertura e rispetto, si fonda sui punti in comune, che sono tanti, e accetta le differenze. Così facendo si rafforza la fratellanza, la solidarietà e la cooperazione per un futuro migliore per il nostro Paese e per i cristiani”. A ribadirlo è il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, in un messaggio diffuso oggi attraverso i canali del patriarcato in cui tratta il tema del fanatismo e del bigottismo. Nel testo il porporato ricorda che “l’intolleranza è legata alla discriminazione razziale, religiosa, settaria, nazionale, di classe e sessuale. Si tratta di un fenomeno che persiste ancora in alcune persone e gruppi, e costituisce un ostacolo alla convivenza. La diversità delle persone – sostiene invece Mar Sako – è una realtà ricca e tangibile, una chiave per il progresso e la prosperità. Il fanatico è una persona le cui opinioni non dipendono dalla ragione e dall’analisi, ma dal fatto che vede la realtà in maniera univoca, non ne riconosce i colori e le differenze, anzi tende a cancellarle”. “Il fanatico – rimarca il patriarca – considera se stesso sempre nel giusto e gli altri nel torto, anche quando ci sono prove della verità. Non negozia, non partecipa, ma impone arbitrariamente la sua opinione agli altri. Il fanatico non accetta il pluralismo e la diversità, e considera l’altro diverso da lui come un avversario da eliminare. Ciò costituisce una discriminazione razziale con gravi ripercussioni, vietata dal diritto internazionale”. Da qui l’importanza del dialogo che si basa, scrive Mar Sako, su due azioni: “ascoltare e parlare”. “Perché il dialogo diventi fruttuoso – ribadisce il cardinale – ciascuno degli interlocutori deve avere il diritto di ascoltare e parlare, per raggiungere una visione comune che consolidi relazioni sincere quotidiane”. Un discorso che Mar Sako, nel suo messaggio, cerca di calare nella realtà politica dei cristiani iracheni, caldei, siriaci e assiri, per tentare, finora senza particolari esiti, di raggiungere un’intesa e di unificarne le posizioni e le rivendicazioni.

 

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