Commissione Ue: la crisi Covid-19 ha colpito l’Europa in maniera diversa. Ne fanno le spese donne, regioni mediterranee, turismo e ristorazione

I servizi della Commissione hanno pubblicato oggi l’edizione 2021 di Employment and Social Developments in Europe. Essa mostra che l’impatto sociale della crisi Covid-19 è stato di diverso tipo nei Paesi aderenti e con diverse sfaccettature. Tra i principali risultati di Esde si legge che l’occupazione è cresciuta in alcuni tipi di lavoro ritenuti critici, in quelli che possono essere svolti da casa o che richiedono una bassa interazione sociale. È il caso, ad esempio, delle assicurazioni, della programmazione informatica e delle telecomunicazioni. “I lavori che non potevano essere svolti da casa hanno visto un calo dell’occupazione”. Ristorazione, turismo e viaggi sono settori fortemente colpiti. “Il declino è stato meno pronunciato nei lavori critici in prima linea con un’elevata interazione sociale, come medici, infermieri, operatori di assistenza personale e assistenza all’infanzia”. L’impatto geografico della crisi “è stato irregolare e potrebbe ampliare le disuguaglianze regionali che esistevano già prima della pandemia”. La perdita di posti di lavoro è stata cinque volte maggiore nelle zone rurali rispetto alle cittàsi legge ancora nel rapporto. Negli Stati membri dell’Ue, “le regioni mediterranee sono state le più colpite dalla perdita di posti di lavoro, legata anche a una quota maggiore di persone che lavorano nel turismo”. Le regioni che si sono dimostrate più resistenti allo shock del Covid-19 tendono a condividere caratteristiche come l’elevata produttività regionale, l’alto livello di popolazione qualificata, grandi investimenti in ricerca e sviluppo, istituzioni pubbliche locali di qualità e solide infrastrutture digitali.
“I Paesi con forti istituzioni di dialogo sociale – si legge ancora – hanno favorito il coinvolgimento precoce delle parti sociali nella progettazione e nell’implementazione di misure di risposta come i programmi di lavoro a orario ridotto”. In alcuni Paesi dell’Ue, i problemi di salute “hanno limitato le tradizionali procedure di contrattazione collettiva, mentre in altri il coinvolgimento delle parti sociali è aumentato alla luce di interventi pubblici urgenti”. Il calo del tasso di occupazione nell’Ue è stato leggermente superiore per gli uomini che per le donne. “Tuttavia, l’effetto della crisi sulle disuguaglianze di genere dipende da varie dimensioni e la pandemia ha evidenziato disuguaglianze di genere di vecchia data”.

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