R. D. Congo: Save the Children, dopo eruzione del Nyiragongo “la maggior parte dei rifugiati che fugge in Ruanda sono bambini”

Nelle ultime 24 ore almeno 3mila persone, di cui 1.800 bambini, sono entrate nel distretto di Rubavu in Ruanda dalla Repubblica democratica del Congo (Rdc) a seguito delle continue eruzioni vulcaniche che portano polvere e cenere vicino alla città principale di Goma. Nella regione, continuano i terremoti e le comunità temono un’altra violenta eruzione a breve. È l’allarme lanciato da Save the Children che parla di “situazione disperata al confine” nel distretto di Rubavu. Qui il governo locale prevede che circa 10mila persone entreranno nel paese nei prossimi giorni e ha istituito tre siti temporanei per i rifugiati: il sito di Inyemeramihigo che può ospitare 6.000 persone, il sito di Busasamana che ne può ospitare 2.000 e il sito di Nyundo per altre 2.000 persone. Gli operatori di Save the Children sul campo a Rubavu stanno intervenendo per predisporre sistemi di protezione dei minori, con la registrazione dei bambini dispersi e il supporto per il tracciamento dei nuclei familiari e il ricongiungimento per i minori non accompagnati o separati dalle famiglie. L’Organizzazione ha anche mobilitato donazioni di beni essenziali come materassi e secchi per raccogliere l’acqua per tutta l’area, da distribuire ai bambini sfollati e alle famiglie. “Molti di questi bambini arrivano con soltanto i vestiti addosso. Siamo fortemente preoccupati per la loro salute e stiamo facendo tutto il possibile perché possano essere al sicuro dopo lo sfollamento. Stiamo lavorando con il governo per mettere in atto le misure necessarie in caso di un’altra improvvisa eruzione”, ha dichiarato Aurore Kiberinka, responsabile Protezione minori di Save the Children in Ruanda. “Se il vulcano dovesse eruttare completamente, sarebbe una catastrofe umanitaria – ha detto Maggie Korde, direttrice di Save the Children in Ruanda –. Il 60% delle persone che attraversa il confine con il Ruanda è formato da bambini. Sono stanchi, affamati e spaventati, e i nostri operatori lavorano senza sosta per rispondere alle loro esigenze. Stiamo lavorando senza sosta per garantire che questi bambini siano al sicuro e protetti mentre i loro genitori cercano l’essenziale per sopravvivere in questa condizione di sfollamento”. Save the Children sta intervenendo anche a Goma, dove opera attraverso il suo partner locale Umoja in Action per supportare il ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie, insieme al Child Protection Working Group e ad altre organizzazioni coinvolte negli aiuti.

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