Papa Francesco: udienza, “nella vita ci sono tanti giorni grigi, ma il pericolo è il cuore grigio”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“L’aridità ci fa pensare al Venerdì Santo, alla notte, e al Sabato Santo, tutta la giornata: Gesù non c’è, è nella tomba, Gesù è morto, siamo soli. E questo è il pensiero madre dell’aridità”. Così il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi nel Cortile di San Damaso, ha descritto uno dei nemici principali della preghiera. “Spesso non sappiamo quali siano le ragioni dell’aridità: può dipendere da noi stessi, ma anche da Dio, che permette certe situazioni della vita esteriore o interiore”, ha spiegato Francesco: “O delle volte può essere un mal di testa, un mal di fegato che ti impedisce di entrare nella preghiera”, ha aggiunto a braccio. “I maestri spirituali descrivono l’esperienza della fede come un continuo alternarsi di tempi di consolazione e di desolazione”, ha sottolineato Francesco: “Momenti in cui tutto è facile, mentre altri sono segnati da una grande pesantezza”. “Tante volte – ha proseguito a braccio – quando noi troviamo qualche amico, gli chiediamo: ‘Come stai?’. ‘Oggi sto giù’. Tante volte stiamo giù, non abbiamo sentimenti, non troviamo consolazione, non ce la facciamo. Sono quei giorni grigi, e ce ne sono tanti nella vita. Ma il pericolo è il cuore grigio: quando questo grigio arriva al cuore e l’ammala, e c’è gente che vive con questo cuore grigio. Non si può portare avanti un’aridità spirituale con il cuore grigio, il cuore deve essere luminoso, aspettare la consolazione, e se non entra aspettarla con speranza, ma non chiuderla nel grigio”.

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