Pastorale della salute: Tagliaferri (Comunità in dialogo), “far rivivere l’anima in una cultura mutilata di trascendenza”

“Una persona che soffre come un tossicodipendente va guardata con gli occhi dell’amore. È stato questo a far tornare nei miei primi ragazzi la voglia di riprendere in mano la propria vita”. È la testimonianza di padre Matteo Tagliaferri, responsabile Comunità in dialogo, al XXII Convegno nazionale di pastorale della salute “Gustare la vita, curare le relazioni”, promosso fino a domani dal relativo Ufficio Cei. Per il sacerdote non basta curare le conseguenze della tossicodipendenza; bisogna occuparsi anche delle cause. Soprattutto, “bisogna far rivivere l’anima in una cultura mutilata di spiritualità e di trascendenza”. Liberarsi dalla dipendenza dal fumo – sigarette a tabacco riscaldato ed elettroniche – è l’appello lanciato invece da Roberta Pacifici, direttore Centro nazionale dipendenze e doping e direttore Osservatorio fumo, alcol e droga (Ossfad) dell’Istituto superiore di sanità. Dopo avere messo in guardia dai rischi del fumo – tra questi il tumore del polmone – Pacifici ricorda che in Italia ci sono circa 12 milioni di fumatori soprattutto tra i 25 e 44 anni e rilancia il numero verde contro il fumo, anonimo e gratuito, 80 05 54 088.
Di “disibinizione tossica ‘onlife’ del linguaggio che porta ad agire in modo più violento usando un linguaggio più aggressivo del normale” parla Stefano Pasta (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia-Cremit dell’Università Cattolica). “La maggior parte dei ragazzi che hanno risposto a forme di odio agito spiega di essere stato preso troppo sul serio”, prosegue citando una sua recente indagine. “Questo – conclude –  ci interroga perché occorre educare alla responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni. Educare lo spett-autore che ognuno di noi è diventato”. “Tramite la relazione possiamo e dobbiamo riappropriarci del gusto della vita”, ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale Fnopi, in videocollegamento da Firenze, ricordando l’impegno degli infermieri sempre in prima linea da febbraio 2020, pagato con 109mila operatori contagiati e 87 deceduti a causa del Covid.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo