Papa Francesco: udienza, “ci sono momenti della vita di fede che sono oscuri”, “i nemici peggiori della preghiera sono dentro di noi”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Chi vuole pregare deve ricordarsi che la fede non è facile, e qualche volta procede in un’oscurità quasi totale, senza punti di riferimento”. È il monito del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi nel Cortile di San Damaso e dedicata alla preghiera come combattimento spirituale. “Ci sono momenti della vita fede che sono oscuri – ha proseguito a braccio – e per questo qualche santo la chiama ‘notte oscura’ in cui non si sente nulla, ma io continuo a pregare”. “Il Catechismo elenca una lunga serie di nemici della preghiera, quelli che rendono difficile il pregare, che fanno difficoltà”, ha detto Francesco: “Qualcuno dubita che essa possa raggiungere veramente l’Onnipotente: perché Dio sta in silenzio? Se Dio è onnipotente, potrebbe dire due parole e finire la storia…”. “Davanti all’inafferrabilità del divino, altri sospettano che la preghiera sia una mera operazione psicologica”, ha proseguito il Papa: “qualcosa che magari è utile, ma non vera né necessaria: si potrebbe addirittura essere praticanti senza essere credenti”.  “I nemici peggiori della preghiera sono però dentro di noi”, la tesi di Francesco: “Il Catechismo li chiama così: ‘Scoraggiamento dinanzi alle nostre aridità, tristezza di non dare tutto al Signore, poiché abbiamo ‘molti beni’, delusione per non essere esauditi secondo la nostra volontà, ferimento del nostro orgoglio che si ostina sulla nostra indegnità di peccatori, allergia alla gratuità della preghiera’. Si tratta chiaramente di un elenco sommario, che potrebbe essere allungato”.

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