Migranti sulla rotta balcanica: Focsiv e Ipsia-Acli, “politici italiani ed europei se ne assumano la responsabilità”

foto: archivio IPSIA-ACLI

Un appello ai rappresentanti europei e italiani perché assumano “la responsabilità politica delle migrazioni con il superamento dei Regolamenti di Dublino e la revisione di procedure meno burocratiche per l’accoglienza e l’integrazione” dei migranti. L’iniziativa congiunta è di Focsiv e Ipsia-Acli (Ong associata alla Focsiv), impegnata lungo la rotta balcanica insieme  a Caritas ambrosiana, con la collaborazione di Caritas italiana e altre Ong. Ipsia-Acli provvede alla distribuzione di cibo, di vestiti invernali, di medicine e altri beni essenziali a donne, uomini e bambini che vivono nei campi o trascorrono l’inverno al gelo, come i 900 nel campo di Lipa, in Bosnia Erzegovina. “Non si può solo intervenire con gli aiuti materiali o mettendo in atto corridoi umanitari organizzati – affermano le due organizzazioni -. Vi è la necessità di un intervento più strutturato con luoghi di accoglienza e sosta dotati di servizi igienici con allaccio ad acqua, luce e gas. Occorrono interventi che possano servire anche le comunità locali, rurali in tanti casi povere e marginali”. “Dopo mesi di oblio mediatico finalmente la questione nei Balcani è stata posta al centro dell’opinione pubblica italiana ed europea in queste settimane – osserva Mauro Montalbetti, presidente Ipsia-Acli -. Ora abbiamo il dovere di tenere alta questa attenzione, perché ai margini dei confini orientali d’Europa si è creato ormai un piccolo universo semi carcerario di campi formali e informali e centri di accoglienza che si affacciano su reticolati e fili spinati, costruiti nell’illusorio tentativo di fermare popoli dolenti in fuga”.
Secondo Ipsia-Acli servirebbero “politiche strutturali lungimiranti e coraggiose per affrontare fenomeni destinati a durare e ripetersi nel tempo, superando l’esclusivo approccio emergenziale e securitario nella gestione delle politiche migratorie che caratterizza l’azione dei singoli Stati e dell’Unione europea. Non dobbiamo chiudere gli occhi solo perché gli Stati hanno chiuso i loro”. “Ci appelliamo ai rappresentanti europei ed italiani e ai dirigenti dei partiti politici del nostro Paese – sottolinea Ivana Borsotto, presidente Focsiv – a porre in atto un approccio sistemico con progetti, a medio lungo termine, con la realizzazione di strutture permanenti, con adeguati standard di sicurezza e programmi condivisi con le istituzioni e le comunità locali, rafforzando anche il welfare di queste ultime”.

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