Governo: Prandini (Coldiretti), “a trainare la transizione ecologica sia l’agroalimentare”

“A trainare la transizione ecologica del Paese deve essere l’agroalimentare che è stato l’unico settore cresciuto all’estero nel 2020 facendo registrare il record storico per il Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo, nonostante le difficoltà della pandemia Covid”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, all’incontro con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi. “All’estero – ha sottolineato Prandini – c’è fame d’Italia con i consumatori stranieri che non hanno mai fatto mancare la presenza dei prodotti più tradizionali dell’agroalimentare nazionale con un valore dell’export stimato a più di 45 miliardi nel 2020”.
“L’Italia – ha ricordato Prandini – è leader in Europa per valore aggiunto, sostenibilità e qualità e con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese con un valore che supera i 538 miliardi, garantisce dai campi agli scaffali 3,6 milioni di posti di lavoro grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”.
L’allarme globale provocato dal Coronavirus, con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni, “ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali – ha precisato Prandini – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde”.
Per Prandini nel Recovery Plan dovrebbero essere inseriti alcuni progetti strategici, come “digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori in difficoltà, dai cereali all’allevamento e fino all’olio di oliva”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori