Colombia: scontri e repressione nella notte a Bogotá dopo l’uccisione di un avvocato con una pistola taser da parte della Polizia

Notte di violenza a Bogotá. Il quotidiano moderato della capitale colombiana parla di “fatale brutalità”, riferita alla modalità con cui le forze dell’ordine colombiane hanno reagito alle proteste popolari dei “cacerolazos” (chiamati così perché i manifestanti fanno chiasso battendo sulle pentole), che ieri sono tornate a farsi sentire a Bogotá, dopo mesi di quarantena. Ieri a scatenare la rabbia popolare è stata l’uccisione da parte della Polizia, con una pistola taser, di Javier Ordóñez, un avvocato di 44 anni.
Le notizie arrivano confuse, in questo momento nella capitale colombiana è piena notte, gli scontri e le repressioni proseguono, proteste si segnalano anche a Medellin e a Cali. Pare ci siano altri giovani vittime, tra cui un sedicenne e, ancora, un ventitreenne nel quartiere di Usaquén, ma le notizie, che circolano su Twitter, non sono ancora confermate dalle autorità. “Sono sempre rimasto a casa – riferisce da Bogotá al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani – ma fuori, anche qui in zona centrale, nel quartiere di Teusaquillo, c’è un gran baccano di sirene. I video che circolano mostrano repressioni e aggressioni dei reparti speciali, spesso si cerca di colpire e rompere i cellulari”. In vari quartieri, soprattutto periferici, la situazione è degenerata, con assalti, atti di vandalismo e incendi di bus del Transmilenio. Anche dodici agenti di Polizia, secondo le forze dell’ordine, risultano feriti.
La sindaca di Bogotá, Claudia López, attraverso Twitter, ha rivolto un appello alla cittadinanza a “mantenere la serenità e a non usare la violenza” e alla Polizia a limitarsi “alll’esercizio legittimo delle sue funzioni”.


Proprio ieri, nella Giornata nazionale dei diritti umani, dedicata al santo Pedro Claver, gesuita che difese i diritti degli schiavi e popoli afro a Cartagena, 500 organizzazioni e reti sociali, insieme con un gruppo di accademici, membri del Congresso e intellettuali, hanno presentato il rapporto “Il non governo dell’apprendista: autoritarismo, guerra e pandemia”.
È preoccupante, si è detto durante l’incontro, che l’intelligence illegale sia stata utilizzata per delegittimare le battaglie dei leader sociali del Paese, che vengono perseguitati e assassinati, nonostante l’intensa mobilitazione sociale abbia richiamato l’attenzione su questo flagello. I 500 organismi hanno denunciato ombre anche sull’omicidio del cooperante italiano Mario Paciolla. Urge una riforma strutturale della Forza Pubblica inaugurato nel 2004 con Governo Uribe, sottolinea il rapporto annuale scritto da 75 autori.

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