Colombia: ricordato ieri il cooperante Mario Paciolla. Gutiérrez (Colettivo Cajar), “chiediamo giustizia”

(Foto ANSA/SIR)

Ieri a Bogotá, capitale della Colombia, durante le celebrazioni per la Giornata internazionale del cooperante e per la Giornata nazionale dei diritti umani, è stato esplicitamente ricordato Mario Paciolla, il volontario Onu ucciso il 15 luglio scorso a San Vicente del Caguán. Alcuni hanno ricordato Paciolla quando coordinava l’ufficio nazionale delle Brigate internazionali di pace, tra 2016 e 2018. Accompagnava l’avvocata Soraya Gutiérrez e gli altri legali del Collettivo Restrepo Cajar, come scorta di interposizione non violenta per proteggere leader sociali minacciati. L’avvocata si commuove ricordando Mario Paciolla e spiega al Sir: “Mi ricordo bene di Mario, ha accompagnato noi avvocati del Colettivo Cajar per proteggere il nostro lavoro in difesa dei diritti umani. Era un giovane uomo solidale e sensibile. Chiediamo giustizia e una indagine giudiziaria rapida sulla sua tragica morte, senza impunità”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta per il Sir: “Il caso di Paciolla viene seguito in Colombia da una pluralità di soggetti coinvolti. In prima linea Claudia Julieta Duque, giornalista d’inchiesta del principale quotidiano progressista, El Espectador. C’è la Chiesa locale, impegnata insieme al vescovo Francisco Javier Múnera, e i missionari della Consolata, che da decenni lavorano per la pace a San Vicente del Caguán. Ci sono la comunità italiana locale, i politici, la società civile locale, preoccupati dell’escalation di violenza in un’epoca del secolo XXI dove ritornano i massacri sistematici, c’è il mondo accademico che studia il narcotraffico internazionale. Nella Giornata internazionale del cooperante ricordiamo l’impegno per la pace di Mario Paciolla. Dagli articoli di Claudia Duque sembra di capire che ci siano state delle fughe di notizie rispetto al report delle Nazioni Unite a cui aveva lavorato Mario sul bombardamento dell’Esercito di un accampamento della dissidenza Farc, durante il quale erano morti dei minori, fatto inizialmente occultato. Era esploso uno scandalo ad alto livello, che nel novembre 2019 causò le dimissioni del ministro della Difesa Botero. Mi piace ricordare che il Sir era stato il primo organo di stampa in Italia a parlare di quello scandalo”.

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