Diocesi: Foligno, a Sant’Eraclio esperienza di oratorio ai tempi del Covid-19

Prossimità e responsabilità. Sono queste le parole chiave che hanno caratterizzato l’esperienza dell’oratorio di Sant’Eraclio di Foligno ai tempi del Coronavirus. Un’esperienza, quella dell’oratorio estivo, oramai ultradecennale per la parrocchia della frazione folignate, che quest’anno si è dovuta misurare con un ostacolo in più, quello della pandemia. “L’oratorio è fatto per una prossimità verso il territorio. Educatori e ragazzi hanno captato questo concetto, così come quello della responsabilità – spiega don Luigi Filippucci -. Responsabilità non ha significato solamente stare attenti, ma prevenire e allo stesso salvaguardare ogni persona, per non essere sopraffatti non tanto dal virus, ma dalla solitudine”. Solitudine e distacco che troppo spesso portano verso percorsi “oscuri”, è il monito, come nel caso delle tossicodipendenze: “Dobbiamo distruggere la solitudine, che è data dalla mancanza di relazioni – specifica don Luigi -, salvaguardando il senso della felicità e della gioia: nessuno deve essere solo, perché come ci ha insegnato Cristo, ‘Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla consumazione di questo mondo’”.
Anche sotto il profilo delle misure contagio, tutto è andato per il verso giusto. Il rischio è stato azzerato dall’impegno dei responsabili e dal senso del dovere degli stessi ragazzi e genitori. I gruppi dei ragazzi sono stati divisi in “isole” di lavoro e divertimento, che ha portato a delle relazioni “de visu” anche con gli abitanti e i residenti del territorio. Per dire grazie a responsabili, educatori e animatori, la parrocchia di Sant’Eraclio negli scorsi giorni ha organizzato con loro un momento di incontro e riflessione, per tracciare il bilancio dell’esperienza appena conclusa. Nel corso dell’incontro, tante le testimonianze ed i racconti. C’è ad esempio la storia Walid Kandli, che porterà la formazione nell’oratorio all’interno della tesi universitaria. C’è poi la testimonianza di un papà, che ha raccontato come sua figlia, terminato il lockdown, uscendo di casa ha abbracciato un ragazzino, suo vicino di casa, che non conosceva personalmente.

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