Bielorussia: presidente dei vescovi bloccato a frontiera polacca, “sto scrivendo ad autorità per capire motivo. Legge dà diritto ai cittadini di tornare in Patria”

(Foto: Catholic.by)

“I soldati sono stati molto gentili ma mi hanno detto che non potevo passare e che dovevo tornare indietro. Ora sto scrivendo alle autorità civili per chiedere spiegazioni, faccio riferimento alle leggi vigenti ma soprattutto dico anche che non voglio che il mio caso sia causa di ulteriore tensione nel nostro Paese”. Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, presidente dei vescovi bielorussi e arcivescovo di Minsk, si trova ancora bloccato in una parrocchia in Polonia mentre racconta al telefono con il Sir cosa è successo ieri mattina quando al valico di frontiera con la Bielorussia, Kuznica Bielastockaja-Bruzhi, è stato fermato dalle guardie che gli hanno impedito l’ingresso. “Ero in macchina con un sacerdote ed una suora”, racconta l’arcivescovo. “Siamo passati alla frontiera polacca. Arrivati al posto di controllo in Bielorussia, le guardie hanno controllato i documenti e mi hanno detto di mettermi da una parte. Il sacerdote e la suora, che erano con me, sono passati. Un ufficiale è venuto da me e mi ha detto che non avevo il diritto di attraversare il confine e mi ha invitato a tornare in Polonia. Non mi hanno dato nessuna spiegazione. Non mi hanno detto la causa del provvedimento. Non capivo e non capisco ancora perché mi hanno bloccato qui. Stamattina mi sono messo a studiare la legge e sto scrivendo una lettera alle autorità per chiedere spiegazioni visto che la legge dà diritto ai cittadini di Bielorussia di ritornare in Patria in qualsiasi momento. Diritto che nessuno può proibire ma loro lo hanno proibito”. Il provvedimento di blocco risulta incomprensibile se si considera proprio il fatto che l’arcivescovo Kondrusiewicz è cittadino della Repubblica di Bielorussia.

La notizia è stata appresa nella Chiesa cattolica di Bielorussia con “amarezza e tristezza”. Sono ore di attesa  per vedere come si evolverà la situazione. Nel frattempo, mons. Yuri Kasabutsky, vicario generale dell’arcidiocesi di Minsk-Mogilev, ha rivolto un appello al clero, ai religiosi e ai fedeli dell’arcidiocesi perché si uniscano tutti in preghiera per chiedere il ritorno a casa “il prima possibile” dell’arcivescovo. Ciò che lascia perplessi è che da parte delle autorità non sia stata data “nessuna spiegazione” al provvedimento.

Il sito della Conferenza episcopale della Bielorussia inoltre sta dando notizie di sabotaggi che la Chiesa “rossa” di Minsk dedicata ai Santi Simone e Elena sta subendo negli ultimi giorni. È di ieri la notizia che sconosciuti sono entrati in parrocchia ed hanno cambiato le serrature degli uffici senza che il parroco ne fosse al corrente.

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