Servizio civile: Csv, 2.800 posti disponibili per i giovani. Tabò, “aumentare il fondo”

Tutela dell’ambiente, valorizzazione del territorio, riqualificazione delle periferie degradate, aiuto alle persone più fragili. Sono solo alcune delle opportunità che i Centri di servizio per il volontariato (Csv) hanno proposto ai giovani nell’ambito del bando per la presentazione dei programmi di intervento per il servizio civile universale scaduto lo scorso 29 maggio.
Il bando rientra nel piano triennale 2020-2022. I Csv, oltre ad assicurare informazione e orientamento ai ragazzi tra 18 e 28 anni interessati a vivere questa esperienza, in quasi tutti i casi sono essi stessi enti accreditati a presentare progetti in collaborazione con le associazioni. In totale sono 2.824 i posti offerti nei 50 programmi presentati da 15 Csv di 11 regioni e strutturati in 218 progetti da attuarsi in oltre 1.000 sedi. Numeri mai così alti, frutto del coordinamento realizzato da Csvnet che per la prima volta ha coinvolto tutti i Csv attivi in questo ambito attraverso un ufficio nazionale nato da pochi mesi.
Nella gran parte dei casi i progetti presentati riguardano il settore dell’assistenza e dell’educazione e promozione della cultura, mentre l’ambito di azione privilegiato è il sostegno e l’inclusione delle persone in difficoltà. “Questa progettazione coordinata dei Csv testimonia la vitalità del servizio civile – commenta il presidente di Csvnet, Stefano Tabò – e l’entusiasmo con cui sempre più giovani lo scelgono come opportunità di crescita personale. Per questo è necessario che siano approvate le proposte attualmente in discussione in Parlamento, volte ad aumentare sensibilmente il numero degli operatori volontari”. Il riferimento è agli emendamenti al Decreto Rilancio presentati da Pd, Leu e Forza Italia e che saranno discussi nei prossimi giorni in commissione Bilancio alla Camera. Si punta ad aumentare la dotazione del fondo per il servizio civile universale di oltre 100 milioni per il triennio 2020-2022, per accogliere almeno 50 mila operatori volontari all’anno invece degli attuali 35 mila. “Ci auguriamo che questa sensibilità politica trasversale – conclude Tabò – produca finalmente la svolta per un istituto dimostratosi fondamentale non solo in tempi ordinari, ma anche in periodi di crisi come quella da cui stiamo uscendo”.

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