Abusi su anziani: Sant’Egidio rilancia appello “Senza anziani non c’è futuro”. “Privilegiare domiciliarità di cure e assistenza”

Nella Giornata mondiale contro gli abusi sugli anziani, che Sant’Egidio celebra oggi in tutti i Paesi in cui è presente, la Comunità rilancia la raccolta di firme all’appello internazionale “Senza anziani non c’è futuro, per ‘riumanizzare’ le nostre società – Contro una ‘sanità selettiva’”. Il manifesto, che ha come primi firmatari Riccardi, Prodi, Habermas, Sachs, Gonzalez, Pöttering, Zuppi, Bokova, De Rita e altri nomi importanti, europei e mondiali, negli ultimi giorni ha visto l’adesione di decine di migliaia di cittadini insieme a nuove personalità appartenenti a diversi settori, tra cui l’architetto Renzo Piano, il segretario della Cisl, Anna Maria Furlan, il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano, lo scrittore Paolo Rumiz, il conduttore televisivo Flavio Insinna e il cantautore Claudio Baglioni. “L’appello – si legge in una nota diffusa oggi dalla Sant’Egidio – nasce dall’amara constatazione del numero altissimo di vittime del Covid-19 tra la popolazione anziana, in particolare tra le persone presenti negli istituti e nelle case di riposo, e propone un radicale cambiamento di mentalità che porti a nuove iniziative sociali e sanitarie”. Un rapporto dell’Oms rilevava, già nel 2018, che proprio “nelle istituzioni i tassi di abuso sono molto più alti rispetto agli ambienti comunitari” e includono maltrattamenti vari tra cui “restrizioni fisiche, privazione della dignità, imposizione di esecuzione di faccende quotidiane, fornitura intenzionale di assistenza insufficiente, trascuratezza e abuso emotivo”. La situazione si è aggravata durante la pandemia da Covid-19 determinando, com’è noto, un altissimo tasso di vittime all’interno degli istituti, circa il doppio rispetto agli anziani che vivono in casa, secondo i dati in possesso dell’Istituto superiore di sanità. Per questo, nella Giornata mondiale che ci celebra oggi, la Comunità di Sant’Egidio, insieme all’appello internazionale, ripresenta anche alle amministrazioni statali e locali la necessità di giungere al più presto ad un sistema che privilegi la domiciliarità delle cure e dell’assistenza per la popolazione anziana.

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