Regno Unito: aborti di nascituri disabili e selezione del sesso. E 209mila Ivg in un anno. Mons. Sherrington, “perdita umana scioccante”

Un cambiamento della legislazione sull’aborto che ponga la parola fine alla discriminazione nei confronti dei disabili e alla selezione del sesso del nascituro e impedisca che la probabilità di interrompere la gravidanza sia doppia per le donne povere rispetto alle altre. A chiederlo è il vescovo John Sherrington, responsabile del settore vita per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, commentando gli ultimi dati sulle interruzioni di gravidanze pubblicati dal ministero della salute britannico. “Perché dimostriamo amore per i più vulnerabili, durante la pandemia, ma permettiamo che bambini disabili possano essere abortiti fino al momento della nascita?”, ha detto il vescovo Sherrington. Secondo le ultime statistiche c’è stato un aumento del 53%, in dieci anni, degli aborti motivati dalla disabilità del feto che hanno raggiunto la cifra di 3.183 nel 2019. Lo scorso anno 656 non nati sono stati abortiti perché portatori della sindrome di Down. Nel 2019 le interruzioni di gravidanza hanno raggiunto la cifra record di 209.519, in Inghilterra e Galles, il numero più alto mai registrato fino ad oggi. “Una perdita umana di questo livello è scioccante e disturbante”, ha detto il vescovo Sherrington. “La missione della Chiesa e di tutti coloro che condividono il nostro punto di vista continua a essere di promuovere una cultura della vita, costruita attorno alla dignità di ogni vita umana in tutti gli stadi dell’esistenza e in ogni condizione”.

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