Rosario con il Papa: mons. Fisichella, “sarà una sfida al coronavirus. ‘Il’ Corona ci ha obbligati a riprendere tra le mani ‘la’ corona”

I santuari del mondo in collegamento con Francesco dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani elevano oggi pomeriggio, ad una voce con il Papa, la loro preghiera per la fine della pandemia. L’appuntamento è per oggi pomeriggio alle 17.30 con la recita del rosario. Interpellato da Vatican News, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione che organizza l’evento, spiega il valore dell’iniziativa: “Tenere insieme il mondo, le nostre famiglie, pregare nelle nostre case, riscoprire quanto sia importante che il rosario sia recitato anche nelle nostre case, insieme alle nostre famiglie. Il Papa è stato molto contento di questa iniziativa. Infatti lui parteciperà direttamente e con lui ci saranno veramente migliaia di santuari connessi in quel momento, in particolare 40 santuari sparsi nelle diverse Nazioni: ci sarà Aparecida in Brasile e Lujàn in Argentina, ci saranno santuari diversi dalla Corea a Fatima, da Lourdes a Częstochowa, a Nostra Signora di Banneux, ci sono i santuari italiani di Loreto, di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, di Pompei insieme a tanti altri. Insomma sarà una sfida al coronavirus: ‘il’ Corona ci ha obbligati a riprendere tra le mani ‘la’ corona”.
Il pubblico a casa, visto che sarà una diretta televisiva, vedrà Papa Francesco in preghiera davanti alla grotta di Lourdes che si trova nei Giardini Vaticani. “È una grotta che è stata riprodotta come la Grotta di Lourdes e la cosa interessante, che non molti sanno, è che l’altare che si trova lì nella grotta, era il primo originario altare che si trovava alla Grotta di Lourdes. Venne regalato al Santo Padre come un grande dono. Quindi quanti si uniranno a noi nella preghiera, vedranno Papa Francesco in questo spazio, davanti alla Grotta, all’aperto”, spiega mons. Fisichella, che ricorda: “Ci saranno delle persone che reciteranno il rosario con il Santo Padre che sono simbolicamente le persone che più di altre sono state attive in questo momento”, cioè un medico e una infermiera, un farmacista, un sacerdote cappellano all’ospedale Spallanzani, persone consacrate che sono state anche loro infettate e sono guarite; rappresentanti della Protezione Civile e Jacopo, un bambino di appena un mese, nato durante l’emergenza. “Jacopo è colui che dà speranza, è colui che fa capire che la vita continua e andrà sempre avanti, perché l’uomo è fatto per la vita, è fatto per vivere”, conclude mons. Fisichella.

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