Coronavirus Covid-19: Conferenza episcopale irlandese, “necessarie indagini su come la pandemia ha colpito le case di cura”. “Costruire una cultura della vita”

Il Consiglio per la salute (Council for Healthcare) della Conferenza episcopale irlandese “desidera riconoscere l’enorme lavoro di medici, infermieri, amministratori, cappellani e personale ausiliario nelle strutture sanitarie di tutto il Paese. I loro instancabili sforzi hanno contribuito a frenare la diffusione di Covid-19 e hanno salvato la vita di molte persone. La loro dedizione – si legge in una nota appena diffusa – è stata fonte di ispirazione e speranza per tutti noi in questo momento difficile. Li ringraziamo sinceramente e assicuriamo che continueremo a sostenerli”. “Questi ultimi mesi hanno visto molta tristezza e perdite e preghiamo in particolare per i parenti e gli amici in lutto di coloro che sono morti a causa” del virus. “I nostri genitori, nonni e parenti anziani sono tra i più vulnerabili in questa pandemia… È preoccupante che oltre la metà di tutti i decessi per Covid-19 siano avvenuti in strutture di assistenza infermieristica”. La commissione episcopale afferma: “accogliamo con favore le opportune inchieste sui motivi per cui le strutture di assistenza infermieristica sono state gravemente colpite. Le lezioni devono essere apprese. Sempre più persone si avvarranno dell’assistenza infermieristica negli anni a venire. Lo Stato dovrebbe dare la priorità alle case di cura per garantire che dispongano del personale e delle attrezzature necessarie per affrontare tali situazioni di crisi non appena si presentano”.
Infine: “la vita umana è sacra e preziosa dal bambino nel grembo materno all’anziano in cura. Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere la vita e migliorare la qualità della vita di coloro che sono particolarmente vulnerabili. In questo momento, la crisi del coronavirus rappresenta un’opportunità per la società di riflettere sul punto in cui si trova in relazione agli anziani e agli altri che sono i più vulnerabili tra noi. Le lezioni imparate ci permetteranno di costruire una cultura della vita e delle cure in cui tutti siano supportati e tutti abbiano diritto a servizi e strutture di protezione della vita”.

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