Monaci martiri Casamari: postulatore, “la loro testimonianza non ha tempo, ancora oggi pietre vive per noi”

Tra i decreti promulgati dalla Congregazione delle cause dei santi, con l’autorizzazione del Papa, c’è quello che riguarda “il martirio dei servi di Dio Simeone Cardon e 5 compagni, religiosi professi della Congregazione cistercense di Casamari; uccisi a Casamari, in odio alla fede, tra il 13 e 16 maggio 1799”, si legge sul Bollettino della Santa Sede del 27 maggio. I francesi Simeone Cardon, Albertino Maisonade, Maturino Pitri, Modesto Burgen, il cecoslovacco Domenico Zawrel e l’italiano Zosimo Brambat furono uccisi da soldati dell’esercito rivoluzionario francese che si ritiravano da Napoli, verso la fine dell’esperienza dalla Repubblica partenopea. Spiega al Sir padre Pierdomenico M. Volpi, postulatore generale per le cause dei santi dell’Ordine cistercense: “Nonostante il ritardo nell’introdurre la causa di questi nostri confratelli, la devozione verso di loro non è mai venuta meno, sia da parte dei monaci sia dei fedeli. Di alcuni di essi conosciamo il nome e poche notizie, ma sappiamo che la loro testimonianza non ha tempo. Sono pietre vive del monastero di Casamari e segnarono un inizio di rinnovamento e di grazia per la comunità monastica”. Secondo il postulatore, la loro vita si può sintetizzare nelle parole che padre Cardon rivolse a un ufficiale accorso per soccorrerlo: “Quando presi quest’abito ho rinunziato all’aiuto degli uomini. Sottomesso a Dio solo, non farò nulla per abbreviare la mia vita né per prolungarla. Io perdono a coloro che mi hanno causato questa notte di espiazione. Figli miei questo è niente”.

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