Papa Francesco: ai sacerdoti di Roma, “mettiamo nelle mani piagate del Signore la nostra fragilità e quella dell’umanità intera”

foto SIR/Marco Calvarese

“Come sacerdoti, figli e membri di un popolo sacerdotale, ci spetta assumere la responsabilità per il futuro e proiettarlo come fratelli. Mettiamo nelle mani piagate del Signore, come offerta santa, la nostra fragilità, la fragilità del nostro popolo, quella dell’umanità intera”. È l’invito che Papa Francesco rivolge ai sacerdoti di Roma nella lettera inviata loro non avendo potuto celebrare a livello diocesano la Messa crismale. “Il Signore è Colui che ci trasforma, che si serve di noi come del pane, prende la nostra vita nelle sue mani, ci benedice, ci spezza e ci condivide e ci dà al suo popolo”, aggiunge il Pontefice. “Partecipiamo con Gesù alla sua passione, la nostra passione, per vivere anche con Lui la forza della risurrezione: certezza dell’amore di Dio capace di muovere le viscere e di uscire agli incroci delle strade per condividere ‘la Buona Notizia con i poveri, per annunciare la liberazione ai prigionieri e la vista ai ciechi, per dare libertà agli oppressi e proclamare un anno di grazia dal Signore’, con la gioia che tutti possono partecipare attivamente con la loro dignità di figli del Dio vivente”, esorta il Santo Padre.
“Tutte queste cose, che ho pensato e sentito durante questo tempo di pandemia, voglio condividerle fraternamente con voi, perché ci aiutino nel cammino della lode al Signore e del servizio ai fratelli. Spero che a tutti noi servano per ‘amare e servire di più’”, conclude il Papa, invitando, ancora una volta a non dimenticare di pregare per lui.

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