Coronavirus Covid-19: mons. Olivero (Pinerolo), “un’esperienza davvero dura, ho camminato due o tre giorni con la morte lucidamente”

“È stata un’esperienza davvero dura e ho camminato due o tre giorni con la morte lucidamente. Però ne sono fuori. Sono grato e felice. Piano piano, con un po’ di riabilitazione, ritorno alla vita normale”. Con queste parole, registrate in un audiomessaggio, il vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, racconta la sua esperienza di malato e guarito dal coronavirus Covid-19. Dall’ospedale di Pinerolo, dove tutt’ora è ancora ricoverato, il vescovo ha voluto far sapere che “la cosa più bella è che ho sentito un’enorme vicinanza della gente, di tutta la mia diocesi, dei miei amici di Fossano, anche quando non lo sapevo neppure perché non potevo vedere il cellulare ma l’ho sentita”. “Quando ho aperto il cellulare – prosegue nell’audio pubblicato sul sito diocesano e su quello di Vita diocesana pinerolese – sono rimasto commosso da quanta gente mi è stata vicino, mi ha ricordato, e da quanta gente ha pregato per me”. “È una cosa bellissima che mi porterò in cuore”, aggiunge mons. Olivero: “In particolare, mi ha commosso il fatto che anche la Comunità valdese, la Comunità ortodossa e la Comunità musulmana hanno pregato per me. Che bella esperienza di ecumenismo e di rapporto interreligioso!”.
Il vescovo racconta poi che “sono stato per due giorni, due giorni e mezzo lucidamente con la certezza di poter morire e mi sono reso conto che due cose contano: la fiducia in Dio e le relazioni”. “La fiducia in Dio non mi ha abbandonato, anzi grazie a quella sono stato sereno dal primo giorno fino ad oggi”. E poi “le relazioni, gli affetti. Tutto il resto crolla”, “le relazioni sono fondamentali, ti tengono su, ti fanno vivere. Io posso proprio dirlo: mi hanno fatto vivere”.

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