Coronavirus Covid-19: elezioni e referendum rimandati in numerosi Paesi. La geografia dei prossimi voti

Una delle conseguenze dell’emergenza per il Covid-19 è la sospensione e il rinvio di elezioni politiche e referendum, fatta eccezione delle presidenziali del 10 maggio in Polonia, che – al momento – sono confermate. In Europa, partendo dall’Italia, sono state anzitutto rimandate le elezioni regionali e comunali che dovevano tenersi in primavera e se ne riparlerà probabilmente in autunno; è invece saltato il secondo turno delle municipali della Francia: previsto per il 22 marzo, è per ora fissato al 21 giugno. Il primo turno si è svolto domenica 15 marzo, anche se meno del 45% degli aventi diritto è andato alle urne. Anche nel Regno Unito ci sarebbero dovute essere elezioni locali il 7 maggio (anche a Londra): posticipate di 12 mesi. Il 5 aprile erano previste le elezioni nelle comunità autonome di Galizia e Paesi Baschi, ma i governi di entrambe le comunità hanno rinviato le consultazioni in una data non ancora definita. Elezioni parlamentari (dopo le dimissioni del governo di Zoran Zaev) erano fissate per il 12 aprile nella Macedonia del Nord, ma ora sono rimandate a data da destinarsi. In Russia invece si doveva svolgere un referendum sulla riforma costituzionale il 22 aprile: rimandato a fine maggio o inizio giugno, se la situazione sanitaria lo permetterà. In ballo è la riforma che permetterebbe a Vladimir Putin di candidarsi altre due volte. Previste per il 26 aprile erano invece le elezioni parlamentari della Serbia: il presidente Aleksandar Vučić le ha sospese a data da destinarsi. Era tuttavia un appuntamento già in crisi per un possibile boicottaggio dell’opposizione che denunciava le scorrettezze di Vučić in campagna elettorale.
Fuori Europa, le primarie democratiche in Usa sono state posticipate tra maggio e giugno, con probabile voto per corrispondenza. Un referendum nelle Isole Falkland per l’unificazione dei due collegi elettorali (26 marzo) rimandato di sei mesi, ma ancora manca la data. È rimandato alla fine dello stato d’emergenza anche il discusso referendum armeno previsto il 5 aprile, le elezioni parlamentari in Sri Lanka, il referendum costituzionale del Cile (nuova data il 25 ottobre), le elezioni generali in Etiopia, le elezioni presidenziali in Bolivia, quelle generali nella Repubblica Dominicana (nuova data 5 luglio).

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