Coronavirus Covid-19: mons. D’Ercole (Ascoli Piceno), “impariamo da loro a riscoprire la preghiera personale e la fede vissuta in famiglia pur in condizioni precarie”

“Si apre il cammino quaresimale, tempo di più intensa esperienza spirituale, segnato quest’anno da un ‘virus’ che sta continuando a seminare smarrimento e preoccupazione in tutti”. Lo scrive mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, nella sua lettera per la Quaresima, nella quale invita a fuggire “da un duplice rischio: quello di minimizzare l’importanza per la salute di quanto stiamo vivendo e quello di seminare un panico ingiustificato che porta a sentirsi soli e abbandonati”. Per il presule, “ciò che più conta è trasformare questo problema in una risorsa e un’opportunità pastorale e spirituale per le famiglie e le parrocchie, oltre che per noi pastori. Il virus viene dalla Cina: allora, perché non vivere questi giorni in comunione con i cristiani di quel popolo obbligati da tanto tempo a vivere la loro fede in modo spesso sotterraneo e con diverse restrizioni? Sentiamoci al loro fianco ed offriamo con loro e per loro anche le nostre difficoltà. Impariamo da loro a riscoprire la preghiera personale e la fede vissuta in famiglia pur in condizioni precarie!”. Se è bene combattere il coronavirus con la medicina, “ancor più è utile con la potenza della preghiera. Non si dimentichi che tutto questo ci deve portare a riflettere sull’indispensabile combattimento quaresimale contro altri virus di natura morale e spirituale ben più nocivi alla nostra vita e questa lotta la si fa con la preghiera, il digiuno e l’elemosina”. Un invito poi in famiglia “a riappropriarsi non solo della preghiera, ma anche del digiuno della televisione e di altri social media che spesso sono diventati maestri e padroni in casa. Diventino loro maestri il Vangelo e la Bibbia: ogni giorno meditino insieme i testi biblici e recitino il Rosario. I parroci forniscano loro attraverso i social network un commento alle letture e altri possibili sussidi per aiutare a meglio pregare insieme in famiglia”.

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